... Si svuota il mare delle sue scorie, il vento gioca con gli oggetti, il sole ogni cosa abbraccia e il tempo vicino al mare conta e tocca quanto esiste ... P. Neruda
chips di labradonite, cristalli e acquamarina grezza
Parlando ancora di pane e companatico, ho dimenticato di avere del pane integrale di farro che ora, induritosi, mi spiace buttare; così decido di fare delle semplici polpettine profumate. Lo taglio a cubettini (sarà un etto e mezzo?) e lo lascio ammorbidire nel latte di soia. Intanto trito finemente un porro (compresa la parte verde) con abbondante timo e origano freschi e uno spicchio di aglio. Faccio rosolare dolcemente in uno-due cucchiai di olio di sesamo. Unisco 300 gr di seitan macinato molto fine, un pugno di pistacchi tostati e tritati grossolanamente a coltello, un po' di miso per salare (meglio unirlo al seitan prima di tritarlo così si amalgama meglio) o sale e qualche buccetta d'arancia essiccata e tritata (in mancanza di buccia di limone bio al momento). Cuocio ancora per dieci minuti facendo attenzione che non attacchi perchè il composto è molto asciutto (ma non aggiungo liquido!). Unisco il pane strizzato e tritato con un ciuffo di prezzemolo, mescolando bene con le mani e lascio riposare. Formo delle palline grandi quanto una grossa noce. Le ungo leggermente e le faccio rotolare in un piattino in cui ho messo qualche cucchiaio di farina gialla di mais mista a Nanami Togarashi (se non la conosci, clicca qui) Le cuocio in forno per 20 minuti finchè si dorano un poco, altrimenti possono essere comunque fritte.
Servite con una salsina composta da sciroppo d'acero, aceto di mele, salsa di soia, zenzero, aglio e peperoncino in dosi ad occhio.
Non amo la musica folk ma ci sono sempre le eccezioni... oggi trovo simpatico il suono di questo folk gothic cabaret.
Cobrizo si alza di buzzo buono, stamane. E' da un poco che ci sta pensando e riflette sulle varie soluzioni di surrogati vegan in rete. Desidera un'entrée veloce, una cosa sfiziosa da mangiare con il pane, che non sia formaggio, ovviamente, nè il solito tofu (che non trova mai il tempo di provare a fare in casa). Non pensa neppure ad un patè... Mescola allora 125 gr di latte di soia (non dolcificato) con un cucchiaino di agar agar. Pone sul fuoco e fa sobbollire dolcemente per un paio di minuti. Lascia intiepidire. A parte nel bicchiere del frullatore ad immersione mescola 2 cucchiai di tahin con 2 cucchiai di lievito a scaglie, un cucchiaino di succo di lime, 2 cucchiai di yogurt di soia, un pizzico di zenzero secco, un cucchiaino e mezzo di senape (ne utilizza una qualità al pepe verde che si presta al caso, altrimenti quella classica, pensa, andrebbe ugualmente bene, con qualche grano di pepe verde). Unisce infine il latte con l'agar agar e frulla bene. Versa in un formina di alluminio bagnata, sul cui fondo ha tagliato con la forbice qualche stelo d'erba cipollina fresca. Ripone in frigo per un paio d'ore.
La texture risulta interessante. Sufficientemente consistente per essere tagliato a fettine o cubetti e morbido il giusto per essere spalmabile, secondo le necessità.
La prossima volta, pensa, verserà il composto direttamente negli stampini dei cubetti del ghiaccio, con diverse guarniture in ciascuno (sesamo, origano, pomodoro secco a pezzettini, pepe rosa, mandorle a lamelle, ecc...) oppure potrà variare anche gli aromi direttamente nel composto.
Ho conosciuto un uomo che stava seduto sul mare.
Per mesi e mesi girava in tondo, solcando sempre gli stessi flutti. Un giorno alla settimana, sempre lo stesso giorno, sempre alla stessa ora (le dodici) scendeva dalla sua sedia e metteva piede sulla terraferma per incontrare la sua bella e baciare i suoi bambini.
Quindi alle diciotto riprendeva nuovamente il suo dondolio in tondo...
Gli ho chiesto: - Come fai a resistere, lontano, immobile in questo moto circolare perpetuo? -
- Mi tengo aggrappato, saldo, alla mia chitarra e sbarco un sol giorno, a metà tragitto per recarmi sempre nello stesso posto e per comperare un orologio -
Ogni giorno, al tramonto, al suo polso vedevo un orologio diverso. I colleghi lo prendevano in giro per questo vezzo, così poco consueto in un uomo di mare e tantomeno io, estranea a quel mondo, avevo una giustificazione a questa particolarità.
Una sera gli ho chiesto di provare uno dei suoi orologi. Ho visto il suo sguardo annacquarsi e farsi smarrito.
Il suo galleggiante pesava e ciondolava, ora, attorno al mio polso più sottile.
Intorno, il mare era sempre uguale a se stesso.
Come per il più antico dei naviganti, necessitava interrogare la sua stella polare, il suo bastone di Giacobbe, nell'attesa che quelle braccia si fondessero nuovamente...
In previsione di una merenda "bambinesca", prendo 250 gr di grosse ciliegie lavate e le snocciolo. Sbuccio e taglio una mela gialla dolce a pezzetti e mescolo la frutta con uno-due cucchiai di marmellata di ciliegie senza zucchero.
Impasto 200 gr di farina di riso, 100 gr di farina integrale bio, 2 cucchiai di malto di riso (sciroppo d'acero o miele), 50 gr di burro di soia bio (occhio a cosa scegliete... alcuni son peggio del burro! altrimenti optate per solo olio anche se il risultato sarà ovviamente diverso), 50 gr di olio di mais bio (o tutto olio), un cucchiaino di vaniglia, mezza bustina di cremor tartaro, un pizzico di sale e latte di riso q.b. per avere un impasto fluido. Ungo una teglia grande antiaderente da 28 cm. Verso un terzo del composto sul fondo. Adagio con delicatezza la frutta e la copro con il rimanenente impasto. Passo in forno caldo (180°) per mezz'ora o poco più.
p.s.: si noti l'appunto su carta di fortuna per non dimenticare la ricetta inventata al momento! ;-)
Il quesito che un macrobiotico (ma penso anche un vegan o un vegetariano) si sente rivolgere più spesso è: - Ma allora cosa mangi??-. Se poi in ballo c'è un invito a cena, l'interlocutore, perplesso e pensieroso, aggiungerà: -Ma allora cosa posso cucinarti?- E' buffo, se ci si pensa. Un macrobiotico in realtà si accontenta di poco e gode veramente di cose molto più semplici a farsi che dirsi. Un minestrone, una pastasciutta, un'insalata di farro, un risotto sono alla portata di ogni massaia che un po' si dia da fare ai fornelli, no? (no, i 4 salti in padella no, ;-) per cortesia, piuttosto un aglio olio e peperoncino, ok?). Se si vuole strafare ;-), un po' di pesce è una sorpresa graditissima! In fondo basta togliere, anzichè aggiungere: cucina per sottrazione, ne ho già parlato (qui e qui)... Via burro, via formaggio, via carne ... e il mostro macrobiotico tanto temuto si siederà alla vostra tavola come un qualunque altro essere mangiante! ;-D disponibile e gaudente. Anzi, badate di aumentare le dosi. I macrobiotici, al contrario di quanto si pensi, mangiano parecchio e vi daranno soddisfazione chiedendo il bis!!!
Il pretesto di questo post è dunque un piatto semplice, saporito, sano e non triste. Sandradi Un tocco di Zenzero ha cucinato un risotto veloce, delicato ma delizioso con scorfano cappone, zucchine, gamberi e bottarga e mi ha gentilmente invitata alla sua tavola con i miei colori e pennelli. Poi insieme abbiamo pensato che la cosa forse poteva risultare gradita anche a Evelyne di Pasticci&pasticcini, per la sua raccolta "Tutto ruota intorno ad una zucchina" E allora eccovi la ricetta (qui) e la mia illustrazione (se ci si clicca sopra, la si vede un po' meglio) di questo risotto che ho scherzosamente definito "fantasma" perchè tra un impegno e l'altro tardava a concretizzarsi e dopo un passaggio lungo la valle padana, da ovest ad est e ritorno, il riso è rimasto nella mia matita... ;-D