lunedì 31 agosto 2009

venerdì 28 agosto 2009

Perchè no?



Sono il partecipante n. 465, o meglio,

Candidate N°465: le blog "Cobrizoperla"

vedi qui , se volete lasciare i vostri commenti.

se invece desiderate partecipare, cliccate qui



mercoledì 26 agosto 2009

Benvenuta estate africana!







collana girocollo: corallo grezzo, perle argentate, legno, diaspro dalmata e vetro


info QUI





giovedì 20 agosto 2009

Acquazzurra... acquachiara...

...con le mani posso finalmente bere.

Acqua azzurra, tatapapapa

Sono le quattro e mezza ormai
non ho voglia di dormir ...



acquamarine


e cristalli di rocca


info QUI



lunedì 17 agosto 2009

Profumo d'agosto

...anzi, di Ferragosto!
Pesche gialle (o meglio noci pesche) profumano la cucina, mentre sul balcone il rosmarino dà il meglio di sè.
La scorsa estate avevo già largamente sperimentato questo connubio.
Ora ci provo, visto che la temperatura consente di accendere il forno. Questa volta però cambio impasto e aggiungo pure qualcosa di nuovo... sì, i corn flakes e i semi di papavero!

2 tazze di farina di kamut (la mia questa volta non era integrale) ca 300 gr
50 gr di noci (una seconda volta ho provato con le mandorle)
70 gr di olio di mais bio (una seconda volta ho provato con olio extra vergine d'oliva)
100 gr di latte di riso
100 gr di malto (il mio era di grano, che facilita la lievitazione ed è parecchio dolce)
2 noci pesche
2 bicchieri di corn flakes
una bustina di cremor tartaro
un pizzico di sale
un cucchiaio di aghi di rosmarino fresco
due cucchiai di semi di papavero

Tritare noci e rosmarino molto finemente e aggiungerli alla farina, insieme ad un bicchiere di corn flakes, al lievito ed al sale. A parte unire olio, latte, malto e mescolare i due composti brevemente.
Adagiare la pasta morbida in una teglia unta ed infarinata. Sistemare le noci pesche a fettine sulla superficie bucherellata di pasta. Cospargere con il secondo bicchiere di corn flakes e i semi di papavero.
Cuocere in forno caldo 180° per 45 minuti.







mercoledì 12 agosto 2009

Faccia tosta, testa dura o "finta di pomi"?


Mi capita di ricevere una mail che dice pressapoco così:

Ho avuto modo di leggere il tuo blog e desidero complimentarmi con te. Ho trovato tutto molto interessante e coinvolgente, soprattutto il tuo post "Amuse bouche o amuse oeil?".
Lavoro per XXXX, il portale di viaggi dedicato all'Italia con contenuti di approfondimento e foto delle principali destinazioni di vacanza. Il nostro scopo è quello di far conoscere quanto di più bello ed affascinante l'Italia ha da offrire. Per vedere il sito, vai su: xxxx
Ci piacerebbe se tu inserissi sul tuo blog un post sul nostro sito con relativo link, o posto un link in un luogo appropriato.
Siamo online da Marzo 2009 e la sede dei nostri uffici è a XXXX. Il sito presenta versione inglese ed italiana. Ciò che ci contraddistingue è la gran quantità di informazioni di viaggio che forniamo ai visitatori del sito. Abbiamo inoltre sviluppato una rete di collaboratori, italiani e stranieri, che scrivono per noi da tutta l'Italia. Ci occupiamo anche di selezionare e pubblicare foto così da potere far conoscere i paesaggi e gli scorci più belli d'Italia. Se hai domande sul sito, provvederò a risponderti quanto prima. Cordialmente, XXXX

Eh certo, ce le ho sì le domande! Quindi ti rispondo per mail:
Ti ringrazio per l'attenzione dedicatami e i complimenti, ma non mi è molto chiaro però quanto mi chiedi, visto che non mi occupo di viaggi se non per piacere personale.

Parli di una rete di collaboratori, italiani e stranieri, che scrivono per voi da tutta l'Italia. Vuoi forse propormi una collaborazione professionale?
Desideri che io pubblichi un link al vostro sito. Desideri forse sponsorizzare il blog di Cobrizoperla?
Rimango a tua disposizione, qualora tu volessi spiegarmi meglio.

Ma se in una tua seconda mail mi dici solo:


Quello che vorremmo che tu faccia è scrivere un post nel tuo blog su XXXXX o mettere un link a noi. Se questo è qualcosa che ti interessa fammelo sapere.

Replico qui: Non conosco il lavoro di XXXX, non conosco le persone che vi stanno dietro, non conosco il prodotto che vende se non per l'homepage del sito. Perchè dovrei promuovere una cosa che non conosco e non ho testato?
Allora, mi chiedo, è faccia tosta o testa dura o, come si dice, "finta di pomi"?
Cordialmente
Cobrizo

foto da qui



lunedì 10 agosto 2009

Messaggi... ma non solo sms!

Tempo di vacanze, anche se non per tutti.
Ancora qualche lettura, dunque, anche se decisamente non disimpegnata.
Non voglio gufare, visto il tema, ma riprender in mano ogni tanto questi testi mi fa riflettere...



"MALATTIA COME DESTINO"
e "MALATTIA. LINGUAGGIO DELL'ANIMA"
di Thorwald Dethlefsen e Rüdiger Dahlke. Edizioni Mediterranee


Un'interessante interpretazione della malattia vista non come puro accidente o disturbo casuale, ma tangibile espressione degli aspetti repressi, temuti e accantonati della propria vita.
Da qui Thorwald Dethlefsen e Rüdiger Dahlke, psicologi e psicoterapeuti tedeschi, invitano quindi a non combatterla, ma prima di tutto a capirla.
Le malattie ancora una volta sono credute un'informazione della coscienza, un messaggio dell’anima attraverso il corpo che vuol esprimere una sua urgenza. E' importante quindi comprendere, integrare, colmare...

Proprio questo è lo scopo: imparare dai propri sintomi e crescere. Se ci assume la responsabilità del proprio destino, la malattia si trasforma in opportunità e permette di dare una risposta alle indicazioni che ci segnala.
In ciascuno dei due libri vi è una prima parte sulle premesse teoriche per la comprensione e la guarigione e una seconda di illustrazione delle malattie con molti esempi di esse, secondo i vari organi implicati.

vedi anche QUI (con l'aiuto eventualmente di questo)






giovedì 6 agosto 2009

Trafori


Quando vecchi cristalli di rocca incontrano trafori fiorati...



info qui



lunedì 3 agosto 2009

La scienza dello spirito

Tutto ciò che è alternativo desta la mia curiosità.
Non sempre la soddisfa, per carità, soprattutto quando è fine a sè stesso, ma, tempo permettendo, mi ripropongo sempre di tentare di documentarmi e cercare di tenere la mente aperta e libera da pregiudizi.
Conoscevo qualcosa di Rudolf Steiner, ma non mi avventuro certo a parlarne qui, visto la complessità dell'argomento e rimando chi fosse interessato alla lettura dei suoi testi.
Quello che vorrei però condividere con voi è la scoperta di questo libro, per mano di un'amica, che me lo ha prestato.

Medicina antroposofica familiare
di Sergio Maria Francardo
Edilibri ed - 22 euro

La medicina antroposofica è una medicina alternativa che è nata e si è diffusa in Germania e in Svizzera, dopo la fine della 1^ guerra mondiale per merito del filosofo austriaco Steiner e di una dottoressa olandese, Ita Wegman.
(E' la Wegman nel 1922 a costiture per esempio una "fabbrica farmaceutica", che diventerà l'odierna Weleda SA, conosciuta ed apprezzata sicuramente da chi ama i prodotti naturali)
Secondo le loro teorie, l'essere umano è costituito da quattro parti: una corporea, il corpo fisico, e tre di natura immateriale che sono il corpo eterico (le forze che danno forma alla vita), il corpo astrale (i sentimenti) e il corpo egotico (lo spirito).
Solo l'armonia fra questi diverse parti garantisce l'equilibio e la salute. La malattia invece è sempre una rottura di questo equilibrio, sul piano psichico dunque, oltre che fisico.
So che qualcuno potrebbe obiettare che dunque rientra nell'area delle pseudoscienze, dal momento che non si fonda sul metodo sperimentale, base della scienza moderna, ma per me non è un motivo sufficentemente valido per non riconoscerne la validità, credendo già ad esempio nell'efficacia dell'omeopatia.
Aggiungo solo che attualmente la medicina antroposofica è diffusa in 67 paesi del mondo e viene praticata in ambulatori, centri terapeutici, cliniche ed ospedali, anche a carattere universitario. In alcuni stati è integrata nel sistema sanitario pubblico e le prestazioni sono rimborsate dalle assicurazioni private.

L'autore, Sergio Maria Francardo, è un medico non a caso autore anche di numerosi articoli e conferenze sull'importanza della qualità alimentare, l'alimentazione macrobiotica (vedi ad es. qui), la diffusione di un'agricoltura e di un'industria della trasformazione dei cibi orientata a difendere la salute per la prevenzione delle malattie.
Egli sostiene che l'antroposofia non è una dottrina, ma una via di conoscenza, perchè è giusto che assuma un carattere diverso a seconda dell'ambiente culturale che la accoglie e a seconda della personalità che le si accosta.
Con un linguaggio piano e comprensibile, cerca di illustrare il significato più profondo della malattia, al di là della necessità dell'aiuto momentaneo per alleviare la sofferenza, analizzando a fondo la biografia individuale del paziente. In una seconda sezione del libro, illustra infine i vari rimedi secondo esempi clinici reali e frequenti come la tosse, il mal d'orecchio, di schiena, di testa, allergie, eczemi, dermatiti, cistiti, stitichezza, disturbi del sonno, ecc.
I farmaci tradizionali vengono limitati alla reale necessità. Quelli ritenuti dannosi alla salute sono impiegati solo in casi eccezionali ed indispensabili. C'è invece una saggia tendenza a preferire sostanze naturali (tratte per lo più da minerali, piante e talvolta anche da organi di animali) nella preparazione dei medicamenti, tutti confezionati in speciali laboratori e commercializzati nelle normali farmacie.
Ciò che è significativo è dunque questa concezione di alleanza terapeutica tra medico e paziente, in cui la medicina non è vissuta solo come insieme astratto di dati scientifici o statistici, ma come storia umana e personale di cui sia medico che paziente devono essere consapevoli.

Non vi dico di più! ;-) Leggetevi il libro, se vi ho incuriosito, o per ulteriori informazioni sulla medicina antroposofica andate qui