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mercoledì 20 giugno 2012

Risotto con cavolo cuor di bue ed albicocche



Tre tavoli, tre caos che si mescolano...
In uno si disegna, nell'altro si cucina e nell'ultimo si mangia. Le distinzioni però non sono mai così nette.
Il bello è proprio questo.
Ora poi con le porte aperte, i fogli volano per terra, l'acqua si pesca in giardino e i fiori si raccolgono anche da seduti, allungando solo la mano.

Naturalmente la ricetta è semplice. Più semplice di quanto sembri, con un ingrediente fresco, di stagione, e un piccolo avanzo di dispensa da terminare.




per 3-4 persone:
270 gr di riso carnaroli
mezzo cavolo cappuccio cuor di bue (quello di forma conica e consistenza compatta, internamente bianco e croccante, vedi qui)
mezzo cipollotto rosso grande
un cucchiaino di semi di cumino
un cucchiaino di semi di coriandolo
2 cucchiai di olio evo (o più secondo i vostri gusti) + 1 per mantecare
zenzero fresco (l'equivalente di un cucchiaio grattugiato)
6 albicocche secche
brodo vegetale (o acqua bollente salata)
buccia di limone (o arancia)
prezzemolo o coriandolo fresco
pepe o peperoncino a scelta
panna di riso (facoltativa)


Tagliare a listarelle sottili il cavolo e tritare finemente la cipolla.
Riscaldare l'olio con il cumino e il coriandolo ed appassirvi la cipolla.
Unire il cappuccio e fare insaporire per qualche minuto. Salare q.b.
Unirvi il riso e le albicocche. Tostare brevemente e procedere nella cottura, come al solito, con il brodo vegetale bollente.
Poco prima del termine cottura, unire lo zenzero e la buccia di limone grattugiati.
Mantecare con un cucchiaio d'olio, il prezzemolo o il coriandolo tritato e una macinata di pepe.
(La salsa bianca nel piatto è panna di riso, ovviamente facoltativa).



E a fine pasto, non occorre neppure raccogliere le briciole che cadono.
Ci pensa Salvia...



Mi aiutereste? Quale delle due illustrazioni vi piace di più?

lunedì 18 giugno 2012

Dreams of sushi


Il mio acquerello era davvero un sogno dal momento che quello dello chef di sushi è un mestiere originariamente precluso alle donne poichè un tempo si reputava che le mani femminili avessero una temperatura più alta di quelle maschili e potessero quindi rovinare il pesce durante la lavorazione.

A proposito di riso e sushi, vi segnalo la storia di Jiro Ono, ottantacinquenne maestro chef di sushi, nonchè proprietario del Sukiyabashi Jiro a Tokyo (tre stelle Michelin). La sua instancabile ricerca appassionata e il suo rigore nel lavoro (nonchè la conseguente pesante eredità del figlio) sono state d'ispirazione per David Gelb, che ne ha fatto un film, appena uscito negli States, ma non ancora arrivato da noi.
A work of art, un mestiere il suo in cui passione e professione si fondono senza fine perchè, Jiro dice, "You must fall in love with your job."
Convinto di non aver ancora raggiunto la perfezione, Jiro vive per il suo lavoro. Una vocazione, la sua: quella di essere un visionario del sushi:
"I would make sushi in my dreams. I would jump out of bed at night with ideas."

Pazienza, meticolosità, disciplina, passione nonché poesia: ecco gli ingredienti per una garantita ricetta di vita.

qui e qui qualche assaggio delle immagini del film.



p.s.:
quattro anni fa nasceva questo blog, non sapendo neppure perchè, allora.
Ora qualche idea in più, in merito, ce l'ho ;-) ... ma è proprio come in una storia d'amore: non occorre comprendere il significato di ogni cosa per continuare a crederci.
Cobrizo è un po' cresciuta ed è grata a tutti voi che ogni giorno sognate un poco con lei.
Grazie di cuore.

martedì 12 giugno 2012

Novità

Piccole novità in casa Cobrizo.

Nessuno se lo aspettava...
Piantata un anno e mezzo fa, la glicine quest'anno ha fatto i primi fiori.
Le belle sorprese però non son finite lì.
A solo un paio di metri dal tavolo della cucina, insomma sotto il nostro naso, ma abilmente nascosta agli occhi, proprio tra le foglie di quella stessa glicine, abbiamo scovato questa cosetta qui.




Siamo arretrati in silenzio, in punta dei piedi...
Qualche ora dopo, guardando da più distante, abbiam notato spuntare una testina.




Io intanto sono talmente assorta e distratta da un disegno che sta prendendo forma sotto il mio pennello da non cogliere altro...
Alzo però finalmente gli occhi e noto come talvolta le cose sulla tavola si combinano involontariamente, come si prendessero a braccetto per magia... e allora non posso che fare "click" e tutto vien da sè, facile, per merito loro.



Il colore è un balsamo per la mia anima.
Non capisco perchè ogni tanto lo scordo.


Oggi piove a dirotto, anzi per una frazione addirittura grandina.
Giacomo è voluto andare da una delle nonne e io mi ritrovo in ansia... per quella piumetta paziente seduta tra le foglie di glicine.
No, non ditemi che è sindrome del nido vuoto. Sto così bene in casa da sola!

lunedì 11 giugno 2012

A piccoli, grandi passi nel verde.


Ho trascorso due piacevoli giorni con Letizia ed Ester, grazie ad Ecor, a festeggiare i suoi 25 anni di attività.
Ho colto con curiosità l'invito a vedere da vicino cosa ci sia dietro la distribuzione del biologico e biodinamico e sono rimasta molto colpita nel conoscere meglio il caso esemplare di un'impresa con la maggioranza azionaria in mano ad una fondazione no profit che segna un fatturato in crescita nonostante la crisi globale.
La fiera era contenuta ma ben curata, con stand progettati saggiamente uguali per ciascun espositore.
Ho conosciuto e chiacchierato con molti dei produttori delle cose che mangiamo e consumiamo abitualmente ed è stato molto piacevole vedere direttamente negli occhi queste persone e stringere loro la mano.

insieme a questo bel sorriso Cobrizo scova miso, udon, alghe, umeboshi e va in brodo di giuggiole :-))


Quello che però mi ha sinceramente colpito di più, al di là dei numeri, è stato constatare che, nella storia di Ecor, all’obiettivo economico del progetto si è affiancato fin da subito quello socio-culturale. Il 54,75% delle loro quote è infatti di proprietà della Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner, che insieme agli altri soci, si rende garante delle finalità sociali dell'attività: distribuire prodotti biologici e biodinamici contribuendo a migliorare non solo la salute delle persone, ma anche quella della terra e dell’ambiente in generale.
L’intento lodevole è così quello di coniugare economia ed ecologia con un investimento nel presente e nell'educazione.
Per educazione non intendo solo quella alimentare (intanto, se già non la conoscete, date però un'occhiata alla loro rivista Valore Alimentare che raccoglie nomi di grande preparazione per es. come Matteo Giannattasio, Sergio Maria Francardo, Giovanni Allegro che ammiro molto e di cui io ho già parlato in questo blog), ma la convinzione che la società deve essere curata a partire da un'attenzione particolare ai bambini.


Il gruppo infatti ha sempre portato avanti il pensiero pedagogico steineriano con la creazione di un cooperativa agricola che è poi diventata anche fattoria didattica e un incantevole polo scolastico steineriano, che comprende un asilo e una scuola primaria, per cui è prevista prossimamente anche l’attivazione del liceo.
Con una saggia e pragmatica strategia, attraverso la scuola, si investe sul talento del singolo individuo creando forze sociali in grado di alimentare un futuro in crescita.



L’intenzione è cioè che l'azione pedagogica non si esaurisca nell’ambito prettamente scolastico, ma prosegua e si amplifichi nella vita sociale, proponendo di formare (e non addestrare) individui attivi e partecipi alla vita dei propri simili.
L’edificio, realizzato secondo i principi della bioedilizia (adottando soluzioni tecniche interessanti come il geotermia ed il fotovoltaico, ;-) proprio come a casa nostra) garantisce la salubrità degli spazi impiegando materiali naturali.
Le aule disposte a arco, dipinte con colori tenui tutti diversi e profumate dall'essenza del legno impiegato di cirmolo non trattato, sono arredate con mobili realizzati dai soci e dai genitori dei bambini che la frequentano.
Attenta alle esigenze dello sviluppo, ai ritmi della giornata e delle stagioni, attraverso un’educazione ed un apprendimento conformi alle necessità e alle fasi evolutive del bambino, la scuola offre spazio per vari laboratori: l’aula scultura e pittura, le aule di musica, di fisica, di euritmia e di informatica e falegnameria.
Pur avendo sempre amato andare a scuola (almeno fino a prima di un'esperienza nefasta al liceo), mai però ho respirato in ambienti scolastici quello che in quelle aule ho percepito: creatività, stimolo, rispetto, pace, condizioni cioè indispensabili per liberare, stimolare e favorire la gioia dell'azione, la spontaneità dei sentimenti e la curiosità della scoperta.



Come era successo cinque anni fa, ho rimpianto ancora una volta di non aver avuto la possibilità di far frequentare una scuola così anche a mio figlio, visto che nella mia città non c'è nulla di analogo!
Lui era incantato e quando poi ha sentito che in quella scuola non si usano i libri e non ci sono compiti a casa gli si sono illuminati gli occhi ancor di più!

La domenica è seguita una festa nell'azienda San Michele a Manzana, una fattoria biodinamica (anche didattica) che ha offerto giochi, attrattive e laboratori ai bambini, ancora grazie al lavoro volontario di tutti gli insegnanti e i genitori della scuola.
E' indubbio: vera passione e sincera condivisione di un sogno, in una comunità, danno risultati sorprendenti!


Una nota per le irriducibili food-addicted?
Oltre 2000 visitatori hanno pasteggiato a lasagne di kamut con scamorza e pesto, zuppa fredda di carote e pesto, melanzane alla parmigiana in lasagna, ravioli ripieni, hamburger vegetali con patatine, insalata nizzarda e insalata russa in versione vegan, ecc.
Tutto bio, frutta e vino compresi.

Chapeau.



p.s.: questo post (come del resto tutti gli altri in questo blog) non è un redazionale su commissione.



venerdì 8 giugno 2012

Salutiamoci. Giugno e l'orzo: zuppa di orzo, lattuga e wasabi

Ecco la cartolina di Cobrizo per il mese di giugno.
Salutiamoci ... con l'orzo!





2 cespi di insalata verde
2 porri, comprensivi della parte verde più tenera
400 gr di acqua
400 gr di latte di soia (o altro latte vegetale non zuccherato)
2 cucchiai di farina (a scelta)
2 cucchiai d'olio e.v.o.
3-4 tazzine di orzo già lessato (preferibilmente orzo mondo* o orzo decorticato - vedi qui)
wasabi (in polvere o pasta)
shoyu (o tamari, salsa di soia)
qualche fettina di salmone affumicato (da omettere ovviamente per la versione vegan)
erbette aromatiche a scelta e/o sesamo tostato

Portare a bollore il latte con il brodo. Tuffarvi il porro tagliato finemente e quando questo sarà quasi cotto, anche la lattuga, che richiederà solo qualche minuto. Quindi, frullare tutto.
A parte scaldare dolcemente l'olio, sciogliervi la farina, continuando a mescolare e, non appena prende un po' di colore, diluirla con il frullato di lattuga.
Regolare di sale e pepe, e cuocere per 5-10 minuti (aggiungendo ancora un po' d'acqua nel caso fosse troppo densa o cuocendo a fuoco vivo nel caso fosse liquida).
Stemperare una punta di wasabi (la quantità è secondo i gusti) in un cucchiaio di shoyu ed uno di olio, emulsionando bene.
Unire la crema di lattuga calda all'orzo cotto.
Versare in ciotole e condire con l'emulsione preparata, qualche pezzetto di salmone, un po' di sesamo bianco e nero e le erbe aromatiche tritate.






Tutte le ricette con l'orzo sono raccolte nel mese di giugno da Lorenza qui
Per chi ancora non sapesse cos'è "Salutiamoci" e non ne conoscesse il calendario, qui


* Per cuocere l'orzo mondo, è consigliabile un lavaggio dei chicchi e un ammollo in acqua fredda di almeno 6 ore.
Quindi va cotto in 3 parti d'acqua (per ogni parte di orzo) per un'ora a fiamma dolce, a pentola coperta e preferibilmente con spartifiamma. In pentola pressione la cottura si potrà ridurre a 45 minuti.
Può essere tranquillamente preparato il giorno o la sera prima e conservato cotto in frigorifero.



questa è una versione fatta con più lattuga, cipolle bianche al posto dei porri e zahatar

venerdì 1 giugno 2012

Una stanza tutta per (il) tè



Il tè.

Il tè è davvero un pic-nic al coperto.


Cobrizo risponde così alla gentile mail di Francesca che le richiede di realizzare un'illustrazione per l'header del suo blog, Una stanza tutta per (il) tè (che Francesca sta rinnovando interamente).