domenica 31 marzo 2013

Ma che gallina!





Buona Pasqua di rinascita a tutti, me compresa.

(citazione di S. Butler, illustrazione Roberta Cadorin)


giovedì 21 marzo 2013

Con-cordia




Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.

W. Symborska



Potessi scegliere d'essere uno strumento musicale, sarei sicuramente un cordòfono.
Di legno, arcuato, vuoto, ma capace.
Cassa di risonanza, per amplificare ed armonizzare. Che responsabilità, però.
Un manico per indicarmi l'altezza da (e)seguire e poi piroli, bischeri, - che già i nomi mi piacciono - per allentar la tensione o accordarmi...
Ma sono così ignorante di spartiti. So usar la musica solo per scompormi, o per ricompor le parti disgiunte.
Ho cuore, però, così azzardo coraggio e mi sogno violino, viola, violoncello, contrabbasso... perchè nella vita mia ho la fortuna di incontrare mani bellissime, piccole o grandi, curate o ruvide, che anche senza toccarmi, mi fanno ancora vibrare.

Cor... cordis...

in concordia.


21 marzo, primo giorno di primavera, giornata mondiale della poesia.



p.s. :
che bello scoprir che la concordia è anche fiore ed addirittura erba medica (vedi qui)
L'Orchis maculata ha tubero palmato, a forma di mano (denominata per questo "man de la Madòna", dalle mie parti) e dall'intreccio di quelle "dita" pare si traessero auspici sulla durata di un amore; compare inoltre tra le erbe usate dalle streghe per i loro sortilegi.
In Medio oriente invece gli stessi tuberi vengono realmente impiegati in cucina per realizzare minestre, mentre in Grecia vengono essiccati e quindi ridotti in farina; questa, una volta cotta con miele, crea una bevanda che viene consumata soprattutto come prima colazione.


giovedì 14 marzo 2013

Di luce in luce



Forse dovrei imparare a separare...
Ma tutto è unito... sono tutta unita...

sostanza e tempo sono inseparabili,
come misura e moto, organo e vita...

Avessi mani sopra tutto il corpo
e labbra sulla punta delle dita

o fossi straripante come i fiumi...
inonderei di ferita in ferita

la vita che mi sfugge volteggiando
sopra l’infanzia sempre mai finita...


                    ***


Di luce in luce vengo verso te,

e la luce si fa sempre più chiara.
Poso la testa sopra i tuoi ginocchi…
Sto bene… Ce la faccio, anima cara…

Guarda! Il cielo è sereno… È tutta luce
la neve sulle cime dello Schiara! *


Patrizia Valduga





* Per i non bellunesi, lo Schiara è il gruppo montuoso dolomitico che si erge a nord della città 

« In certe giornate limpidissime di autunno, perfino dai tetti più alti di Venezia si possono distinguere, anche senza bisogno di binocolo, le Dolomiti. Non solo il loro confuso profilo di montagne, misteriosa barriera che chiude il nord (e al di là che cosa esiste? Quali mondi si stenderanno di là della muraglia?). Ma se ne riconosce anche il colore. Dalle 11 del mattino a pomeriggio inoltrato una piccola macchia lucente risplende infatti all'orizzonte. È la faccia sud dello Schiara, una delle poche grandi pareti dolomitiche che guardano direttamente la pianura... » (Dino Buzzati)




mercoledì 13 marzo 2013

Compiuti, incompiuti e schizzi.

Parlavo di punizione qui, vero?
Ecco, è arrivata: sono segregata in casa da giorni con un piccolo moccioso febbricitante, fastistidioso e infastidito.
E non dite solo -Povero!- perchè chi non ha mai provato a stare 24 h su 24 per più di cinque gg così, non sa evidentemente di che cosa parlo!
Si riesce a lavorar pochissimo, ovviamente, e ci si innervosisce pensando a tutto quel che ci sarebbe da fare - compiuti, incompiuti e schizzi -, ma alla fine non resta che arrendersi e cercare di trovare almeno qualche dvd piacevole da guardare insieme.
Vi vorrei allora segnalare questo film, per bambini ma anche per adulti:

La tela animata di Jean François Laguionie, un gioiellino di animazione francese, interamente disegnato in tecnica mista nell'arco di cinque anni, che si racconta attraverso il mondo della pittura e del colore.
L'inizio ricorda un poco l'opera pirandelliana "Sei personaggi in cerca d'autore" per la scomparsa misteriosa del pittore che lascia personaggi, - incompiuti, compiuti e schizzi - vagare in cerca del proprio scopo. 
Il gruppo viaggerà di quadro in quadro (con riferimenti a pittori quali Henri Matisse, Picasso, Andrè Derain e Pierre Bonnarde) ed approderà fino a Venezia, nel tentativo di ritrovare il pittore (che ricorda nei tratti Paul Cezanne), affinché possa terminare l'opera incompiuta restituendogli finalmente dignità.
Le Figaro lo ha definito un capolavoro, per Le Monde pecca di ingenuità, mentre l'Express ne ha esaltato la fluida vivacità della grafica e delle animazioni. Solo dopo aver visto anche i meravigliosi Appuntamento a Belville e L'Illusionista, decidete un po' voi...

qui il trailer


Il caso però vuole che in queste giornate interminabili arrivi fortunatamente anche qualche inaspettata gratificazione. 


Bobos parla del mio lavoro:



Anche se ai vostri occhi pecco forse di vanità, questo è il mio diario/portfolio e ho bisogno di appuntarmelo, per ricordarmene.
Questo riesce a ridare un senso alla giornate più pesanti ... e alle ore rubate al sonno, pur di consentire a Cobrizo di continuare a disegnare e rispettare le scadenze.
Grazie.

sabato 9 marzo 2013

Ceci...

Questo mese Salutiamoci cucina i ceci.
Cobrizo dunque doveva disegnarli. Eh, mica facile...

Ceci...
Ceci...
mumble mumble
...



Non sai ancora cosa sia Salutiamoci?
Allora sì, ti metto in ginocchio sui ceci, in punizione! :-)


 


Non sono crepes, non son panelle, non son pancakes, nè frittelle.
Allora come chiamo questa robina qua?
Quel che conta comunque è ancora una volta l'idea che vi propongo, cioè quella di utilizzare i ceci già bell'e cotti, anzichè la farina di ceci, che si impiega invece in tutte le ricette menzionate sopra.
Un avanzo di legumi già cotti troverà dunque un impiego molto appetitoso per un antipasto o un primo piatto semplice ma gustosissimo.


230 gr di ceci già cotti (oppure preferibilmente bio, in vasetto di vetro)
250 gr d' acqua o q.b.
un cucchiaio di farina di mais integrale macinata grossolana
50 gr di farina semiintegrale (la mia di frumento)
un pizzico di bicarbonato
2 cucchiai d'olio di oliva e.v.o.
aglio (un quarto di spicchio)
sale q.b.
pistacchio tritati
spezie a piacere

per il ripieno io ho scelto delle bietine fresche (bieta da taglio) passate direttamente in padella con olio, aglio e acciughe (queste ultime facoltative per una versione vegan).


Frullare finemente i ceci con l'acqua, l'aglio e l'olio. Aggiungere le farine, il sale, il bicarbonato ed aggiustare di sale.
La pastella dovrà risultare decisamente fluida come quella per le crepes.
Scaldare una piastra antiaderente o di ghisa. Oliarla leggermente.
Versare la pastella e cuocere ambo le parti, come normali crepes o pankes finchè diventeranno croccantine.
Io ho provato sia a farle grandi, e poi tagliarle con un coppapasta, sia a versare direttamente la pastella nel coppapasta posizionato sulla piastra, così potesse contenere ed arginare il liquido.
Potrete dunque arrotolarle come piadine, ripiegarle a metà oppure comporle come ho fatto io a torretta con un ripieno di bietine o con quel che più vi garba.
Buone tiepide o fredde.


Vi ricordo che se volete aiutarci in questo gioco, potete portare i vostri ceci, in tutte le salse, qui da Katia di Pappa&Cicci.