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venerdì 31 ottobre 2014

Le Petit Précis de P

Un piccolo pacco mi è giunto da Parigi!
Sono arrivati, freschi freschi di stampa, i miei piccoli:
"Le Petit Précis de..."





Perchè "P"?, vi chiederete. "P" come Parigi, ma anche come italianissimi pasta, pesto, polenta... pour prétexte, passerelle, papille, plaisir, poésie... in questo caso dunque Petit Précis de Parmigiano.

Non è esattamente un libro di cucina, ma un piccolo compendio su questo alimento, capolavoro di sapienza e maestria esclusivamente italiana, scritto da Alessandra Pierini, connazionale che vive da anni a Parigi e gestisce Rap, una delle migliori epicerie-gastronomie della Ville Lumiere.

Per me è stato un vero piacere ed onore lavorare con Édition du Pétrin ed Alessandra, realizzando le illustrazioni interne in bianco e nero (non la copertina a colori, che è invece di Olivier Mourareau) giocando con le minestron à la croute de parmigiano de mon enfance, la torta fritta de Vesta, le bèchamel au parmigiano de mon grand-père, les tortelli de pomme de terre et sauge, les ravioli au potimarron de Laura Zavan...





Bon appétit à tous!




Aggiornamento 30 aprile 2015:
le Petit Précis de Parmigiano è sulle pagine di Le Monde, con un'intervista ad Alessandra.



lunedì 13 ottobre 2014

Dolcetti autunnali... da fiaba.


Questi sono i dolcetti di cui vi ho accennato qui, a proposito delle considerazioni e le esperienze su cibo, illustrazione, immaginazione e fantasia esposte in un intervento che ho fatto a Libri in cantina.
Per raccontare il segno del cibo, il mio percorso creativo cioè dall'immagine alla ricetta, mi è sembrato che la cosa migliore fosse quella di proporre anche  l'assaggio di una cosa semplice, buona, sana, ma possibilmente graziosa per l'occhio.
Pochi ingredienti, facilmente reperibili, ma combinati insieme in un accoppiamento un po' bizzarro, quantomeno per la cucina tradizionale italiana (hanno più un che di nipponico, direi, no?) hanno dato vita a questi dolcetti gluten free che possono risultare anche vegan a seconda del cioccolato che userete.

Avete già indovinato gli ingredienti del cuore racchiuso nel cioccolato?
Visto che si parlava di fiabe quel giorno, se vi dico di pensare ad un ortaggio di stagione e a Cenerentola,  cosa vi viene in mente?
E poi magari di aggiungerci anche un re vegetale... che nelle fiabe un re c'è quasi sempre... e poi ancora un tocco dai poteri magici...
Su, su, vi devo fare un disegnino? 




Ecco, ora è evidente, no?

zucca + fagiolo + arachide


La cosa divertente è stata che di tutti i presenti, pur assaggiandoli, apprezzandoli e facendone il bis (non vi dirò chi ne ha mangiati 5), nessuno ha indovinato! :-)
(Avevo però dichiarato apertamente la presenza dell'arachide per ovviare ad eventuali allergie tra i presenti.)


Mi sono ispirata ai Buckeye candies, ma per realizzarli, ho utilizzato fagioli cannellini secchi dopo lungo ammollo (rinnovando l'acqua) e sconsiglio di utilizzare fagioli già cotti in barattolo.
La cottura in nuova acqua proseguirà finchè saranno morbidi, mentre baderete di far assorbire proprio tutta l'acqua, eventualmente scoperchiando e lasciando evaporarla un poco alla fine.
Assicuratevi che la zucca sia buona e molto dolce (perchè l'unico dolcificante aggiunto è il succo di mela) e cuocetela a vapore.
Entrambi dovranno risultare più asciutti possibile altrimenti sarà davvero diffcile confezionarli! 
Io vi ho avvisati, eh.

380 gr di cannellini bio già lessati (asciuttissimi, mi raccomando)
150 gr di zucca bio dolce già cotta al vapore (purchè altrettanto asciutta)
250 gr di burro di arachidi bio (credo potrebbe essere interessante provare anche con pasta di nocciola o mandorla)
15 gr di burro di cacao bio (il mio in pastiglie)
60 gr di succo di mela bio
350 gr di buon cioccolato da copertura bio (al 60%)
un cucchiaio colmo di vaniglia in polvere (no vanillina)
un pizzico di sale

Una volta cotti zucca e fagioli e ben raffreddati, frullare insieme nelle dosi soprascritte (il Bimby, nel caso lo possediate, andrà benissimo), unendo il burro di cacao, precedentemente sciolto a bagno maria in una tazzina e la vaniglia.
Unire quindi anche il succo di mela, il burro di arachide ed il sale.
Lasciar riposare almeno venti minuti in frigo.
Prelevare poco impasto alla volta dal frigo e con le mani leggermente bagnate d'acqua (non olio!) formare palline grandi quanto una grossa nocciola. Posizionarle su un vassoio rivestito di carta oleata e rimetterle in frigo, procedendo analogamente con il resto dell'impasto.
(Qualora possediate un abbattitore vi potrà aiutare molto per abbreviare i tempi e migliorare la consistenza.)
Una volta pronte tutte le palline, ben distanziate su più vassoi, infilzare ciascuna con uno stuzzicadenti (non troppo profondamente) e riporre in freezer (non in frigorifero) i vassoi per tre quarti d'ora.


Sciogliere il cioccolato a bagnomaria in un pentolino stretto, ma non troppo alto.
Prelevare dal freezer una piccola parte di palline alla volta e intingerle entrando perpendicolarmente nel cioccolato fuso, lasciando quindi una coroncina d'impasto a vista, cioè quella che circonda lo stuzzicadenti infilzato.
Rimetterle su carta oleata pulita affinchè si raddensi la glassa.
Una volta glassate tutte, riporre le palline nuovamente in frigo (non in freezer).
Togliere gli stuzzicadenti e delicatamente chiudere il forellino residuo (sarà sufficiente modellare l'impasto forato grazie al calore del vostro polpastrello).
Mettere ogni cioccolatino su un pirottino di carta e riporre ancora in frigo in scatola chiusa di vetro.
Consumare i dolcini appena tolti dal frigo.

Se realizzati e conservati ben chiusi, si preservano ottimamente per 5-6 giorni (attenzione all'umidità e agli odori in frigo!)
A colazione o a merenda con una fetta di pane, come sfizio col caffè, o come semplice ma goloso dopocena, vi stupiranno davvero!
Io non ho usato liquore per la presenza di bambini e per giocare coi sapori più puliti possibile, ma un po' di rhum o di zenzero forse non starebbero male.



giovedì 9 ottobre 2014

Nel segno del cibo. Libri in cantina, 2014.

Domenica scorsa mi trovavo a Susegana (Tv) per Libri in cantina, 12a Mostra Nazionale della piccola e media editoria.




Elisabetta Tiveron, curatrice dela sezione "Altrecucine" e Roberto Da Re Giustiniani, organizzatore di tutto l'evento, mi avevano invitata a proporre un mio intervento su "Il ruolo e le potenzialità espressive del cibo nell'illustrazione", in qualità di illustratrice, nonché appassionata di food.
Superati i primi timori, ho pensato: - Pane per i miei denti! -  :-) 



Raccontare qualcosa dopo l'intervento del contastorie che mi ha preceduto, il bravo Giacomo Bizzai (ben noto al mondo della Mostra di Sarmede e non solo) con le sue letture animate, non sarebbe stato affatto facile, ma tanto valeva allora per me calvacare l'onda e continuare a giocare in quel mondo di fiaba...



Nei giorni precedenti, preparando il discorso e le illustrazioni che avrei mostrato, ho constatato che davvero per me il margine che corre tra disegno e cibo è molto sottile e che il mio processo di approccio è spesso molto simile in entrambi i campi.
Disegnare, come cucinare, per me non è una forma di esibizione, nè spettacolarizzazione. Non è per mostrar bravura, ma per assaporare quanta energia e vita sono nascoste nelle cose.
E' la bellezza di allargare il visibile.





Tutto è sguardo, memoria, sperimentazione... e può tramutarsi in gusto, in cucina, e in stile (segno), sulla carta. Rimangono trame di un gioco comunque sempre imperfetto, il mio, che concede smagliature d'evasione.



Sapevo inoltre che sarebbe stato gradito anche un assaggio da degustare, oltre alle chiacchiere e alle immagini.


Così, considerando la mia semplicissima idea di cucina stagionale, sana e senza scorciatorie industriali, ho creato questi piccoli dolcini: un cuore segreto fatto di soli 3 ingredienti autunnali e facilmente reperibili, racchiuso in un guscio di cioccolato fondente.




Potrebbero sembrare autunnali castagne d'ippocastano, no?
Si sono prestati bene per formulare un piccolo e modesto indovinello goloso invitando mente e palato a fantasticare oltre l'aspetto consueto delle cose




e mi hanno consentito di poter concretamente documentare come può nascere una ricetta e un'illustrazione di food.
Di cosa sono fatti secondo voi?


Ora vi lascio ancora qualche immagine della bella cornice del Castello.
La risposta e la ricetta dettagliata dei dolcetti qui