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mercoledì 11 febbraio 2009

Polvere di vetro



Tra le tante cose fatte nella mia vita non si sa bene perchè, ma che poi si sono rivelate delle belle esperienze, a prescindere dagli sviluppi, c'è anche questa.
A Venezia, tra le isole minori e sconosciute ai più, c'è l'isola di San Servolo.


Un tempo era nota per essere la sede del manicomio della città. Ora è l'unica isola della laguna ad esser stata recuperata dalla Provincia di Venezia.
Parecchi anni fa, quando i lavori di restauro erano appena iniziati, un gruppo di rinomati maestri muranesi del vetro, soffiatori e artisti della lavorazione a lume, casting, ecc. unirono i loro talenti dando vita ad una bellissima associazione che denominarono "Scuola del Vetro". A questa invitarono altrettanto grandi maestri internazionali da tutto il mondo, maghi in altre tecniche quali la pate de verre, il fusing...
L'intento era quello di trasferire temporaneamente parte della loro attrezzatura nei mesi estivi da Murano a San Servolo e di offrire il loro sapere affinchè venisse divulgato e tramandato, attraverso dei corsi settimanali estivi. La frequenza del corso prevedeva anche l'alloggio e il consumo dei pasti nell'isola.
L'ambiente era molto singolare. Si respirava un'atmosfera rilassante (zanzare e tafani a parte ;-), ma altrettanto carica di energia e creatività! Un posto irreale, forse, a detta di qualcuno, carico ancora della memoria un po' inquietante del suo passato.
Non avendo esperienza in campo (tutti gli altri partecipanti erano già un pochino sgrezzati in materia), allora avevo dovuto scegliere il corso che a prima vista meno mi attirava, quello cioè di pate de verre.
E invece è stata una rivelazione! In fin dei conti vi erano anche parecchie similitudini con la cucina e la precisione della pesatura e della composizione degli ingredienti...
Due maestri giapponesi, marito e moglie nella vita, Shini e Kimiake Higuchi (il loro sito qui), inevitabilmente mi hanno affascinato col loro sapere e la loro filosofia di vita. Con un passato di architetto lui e di cantante lirica e musicista lei, se non ricordo male, mi raccontavano della loro vita in questa campagna isolata giapponese, fatta di solo lavoro sul vetro e sulla terra, nell'orto e nella loro serra.
Ad essere sincera non amavo tutti i soggetti scelti per le loro opere, ma questa tecnica, abbinata alla cura, la dedizione e la poesia tipiche nipponiche mi è risultata affascinantissima.
Kimi poi era assolutamente fantastica nella riproduzione in pasta vitrea di alcuni semplici elementi naturali, come ad esempio anche solo semplicissime foglie di cavolo (vedi qui) o cime di cavolfiore, che farebbero la felicità di ogni foodblogger, ci scommetto.

Nel video al lavoro:



Mentre sedevo accanto a Kimi e cercavo di carpire i segreti di ogni suo gesto, le chiesi di aiutarmi a creare un ideogramma.


Desideravo suggellare con questo il mio piccolo lavoro, una semplice coppa che avevo creato bianca, ma con una riproduzione (non è dipinta, ma in rilievo) di una bellissima foglia raccolta durante una delle mie passeggiate nel parco. Mi pare di ricordare fosse di fico; l'avevo voluta riprodurre scomposta all'esterno e poi, nuovamente ricomposta, all'interno della coppa.
Rammento che ci avventurammo in un faticosissimo discorso, in bilico tra italiano ed inglese, fatto di amore, passione, sensibilità e natura.
Ora davvero, a distanza di tanti anni, non saprei ricostruirlo e restituirlo, ma ne porto nel cuore tutta la sensazione e l'emozione. Quel che è uscito è questo, con cui tutt'oggi amo firmare i miei post-it.

E questo è il mio souvenir, ancora sporco di gesso (la polvere bianca nelle pieghe) perchè non l'ho mai più molato.
Le foto sono davvero scadenti ma forse rendono un poco l'idea della consistenza del pate de verre, molto diversa da quella del vetro lavorato tradizionalmente.







(Scoprii in quei giorni comunque che era possibile girare di aula in aula a curiosare gli altri corsi e fu fantastico!)

Purtroppo l'associazione non esiste più, per motivi politici che non sto qui a raccontarvi... fortunatamente però ogni singolo maestro continua nel proprio magico lavoro, con grande successo.


per qualche informazione in più sulle tecniche di produzione e lavorazione del vetro vedere qui




14 commenti:

  1. come hai fatto a scoprire il mio blog ? ora mi leggeró bene il tuo, sono molto contenta anch'io di trovare una famiglia che ha scelto di non vaccinare, io ho fatto solo l'esavalente; in realtá avrei voluto fare solo difterite, tetano e poliomelite, ma in Italia non esistono insieme e farli per separato significa prendersi anche piú conservanti pericolosi..... peró il prossimo bimbo, non lo vaccineremo, ecco, forse solo la polio. Imagino le vicissitudini, io le prime volte ho dovuto discutere con TUTTE le dottoresse del centro vaccinale che mi hanno trattato come se avessi gridato una bestemmia in chiesa.

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  2. Estrellazul:
    ti ho lasciato la mia mail per parlarne con più calma, se ti fa piacere. ciao!

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  3. che meraviglia (non quanto alle vaccinazioni) parlo della tua storia con il vetro.

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  4. ciao Artemina! effettivamente è stata un'esperienza esaltante. ancor più bella di come l'ho resa a parole...
    chissà che un giorno possa riprovarci...
    ora conosci la storia dell'ideogramma che ti aveva tanto incuriosito! ;-)))

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  5. che interessante il video e la storia del tuo ideogramma, scusa il commento un pó fuori luogo, ma io sono un pó cosí, quando mi entusiasmo, parto in quarta. Peccato davvero che non esista piú questa scuola, forse é esistita perché tu e altri la incrociassero....

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  6. non ti devi scusare di nulla, Mariaclaudia, per carità! come dici tu, anche noi due dovevamo in qualche modo incrociarci su questa cosa... ;-)

    sì è un peccato che questa iniziativa sia scemata così, ma c'erano sotto interessi talmente forti della concorrenza che è stata in un certo modo sabotata.
    la mia fortuna è comunque di essere vicina a venezia e di avere conosciuto maestri che ho avuto il piacere e la fortuna di rivedere anche recentemente in fornace.
    vedere soffiare sul serio, (non in quelle fornaci che fanno dimostrazioni per turisti), per un vaso che richiede un lavoro anche di un paio d'ore, nella concitazione dei gesti, l'emozione, il caldo allucinante e la sapienza di ogni tocco veloce, ma abilissimo, è veramente eccitantissimo!
    ricordo che una sera, dopo cena, ci ritrovammo in fornace a fare ancora esperimenti dopo le lezioni. il maestro (in coppia in quel caso con un grosso designer) aveva lavorato a lungo e stava per terminare. il vaso era fantastico! poi per una sciocchezza, un gesto avventato di un assistente verso la bocca del forno e.... TAC! il vaso si è rotto.
    mi veniva da piangere ...
    ;-))

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  7. che meraviglia tutto, la scuola del vetro, la pasta di vetro, gli insegnanti giapponesi e la tua esperienza di apprendimento,
    sembra un privilegio poter fare cose di tal genere, investire energie sulla manualità di produrre cose estetiche che ci abbelliscono la vita

    ps: anch'io mi sono inventata un piccolo ideogramma tutto mio con cui firmo gli acquerelli (sul retro )

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  8. quei piccoli segni hanno un fascino irresistibile, vero Papavero?

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  9. cara cobrizo, ti ho scritto all'elettronica ma non rispondi. tutto ok?
    a.o.

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  10. a.o.: ti ho risposto, ti ho risposto! vai un po' a vedere...

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  11. Beh, che dire: riemergo da un mese di "fermo creativo" causa lavori forzati, scrivendo un post sulle bellissime vetrate che adornano la Casina delle Civette a Villa Torlonia a Roma. Poi torno a navigare tra i blog dei miei blogger preferiti e trovo questo post sulla lavorazione del vetro... che belle le coincidenze!!!
    vedo con piacere che in letargo sono andata solo io. Tu hai continuato a scrivere, disegnare, creare. Ben ritrovata.

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  12. bentornata! anche tu sei stata in un mondo di fiabe, allora! ho visto le foto, che bello.

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  13. Anche questo è un regalino delicato che ci lasci, insieme a ricettine (ogni tanto prendo spunto, ma voglio orientarmi di più verso la cucina macrobiotica che non conosco quasi), pietre lavorate, impressioni di viaggio, immagini originalissime... merci

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  14. de rien, Nadia.
    anche la macrobiotica è un viaggio affascinante, vedrai.

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