Da un quaderno di schizzi rispuntano corpi disegnati, che riposavano immobili, in attesa...
I disegni si destano all'improvviso, si rianimano, quando trovo parole giuste da cingere.
E così i due si abbracciano dolcemente su doppia pagina.
Quanto
vale un abbraccio? Tre minuti. Un respiro. Una frase intera. Il tempo
di un viaggio. Un corso. Otto passi. La notte verso le pianure. Una
festa. Una telefonata. Noi, tutti piú giovani di quindici anni. Del
corpo, l'abbraccio vale. Lascia l'idea, precisa: verso l'alto, verso il
largo. Il maglione di lana. La medaglietta sul collo. Il fazzoletto
passato sulla fronte. Le maniche arrotolate. Quanto
pesa un abbraccio? Una parola di troppo, e due troppo poco. Di musica
bella e di musica brutta. Di pavimenti duri. Di cemento. Di caviglie.
Troppo caldo. Troppo freddo. Troppo larga , la distanza; o troppo
stretta. L'abbraccio pesa, sul corpo: forma memoria, non ricordo. Quanto
manca un abbraccio? Un morso, il tempo di un vuoto, una musica che non
finisce. Una foto che manca. La fatica. Gli occhi, chiusi sulla sedia; a
tirare il fiato. Il quarto non ce la faccio, hai detto. Non sono piú
quello di una volta. (Michela Fregona)
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