Il silenzio.
E' ciò che non si ode, ma ascolta, fecondo. E' terra, verde, è humus che raccoglie e custodisce, mentre il mondo gira sulle parole lubrificate con l'olio della pazienza. (come diceva più o meno, mi par di ricordare, Saramago)
Vorrei tanto riuscire a disegnare questo silenzio. Vorrei tanto colorare anche queste nostre parole che lo riempiono di sorrisi ed emozioni ritrovate, lì, in questi giorni.
E' ciò che non si ode, ma ascolta, fecondo. E' terra, verde, è humus che raccoglie e custodisce, mentre il mondo gira sulle parole lubrificate con l'olio della pazienza. (come diceva più o meno, mi par di ricordare, Saramago)
Vorrei tanto riuscire a disegnare questo silenzio. Vorrei tanto colorare anche queste nostre parole che lo riempiono di sorrisi ed emozioni ritrovate, lì, in questi giorni.
Eppure non ci riesco. Ancora non ci riesco.
Mi racconto che i pennelli seri e pezzi del mio cuore son rimasti in chissà quali scatoloni che non riesco a trovar la forza, nè il tempo di aprire.
Ho bisogno di ri-prendermi un po', ora.
Mi metto ai fornelli con concentrazione, ma senza pregiudizi.
Mi viene una piccola idea, veloce, se non altro per un aperitivo (un'ouverture, più che un'entrée, considerato il mio contesto... il francesismo non è un caso, è evidente):
un omaggio per una persona importante della mia vita, che immagino apprezzerebbe per più di un motivo, in un mare di fiorellini e nuvolette di pancarrè, in pieno periodo di hanami, tra lacrime e sacrifici.
Con un bicchiere di vino. Forse due.
Mi racconto che i pennelli seri e pezzi del mio cuore son rimasti in chissà quali scatoloni che non riesco a trovar la forza, nè il tempo di aprire.
Ho bisogno di ri-prendermi un po', ora.
Mi metto ai fornelli con concentrazione, ma senza pregiudizi.
Mi viene una piccola idea, veloce, se non altro per un aperitivo (un'ouverture, più che un'entrée, considerato il mio contesto... il francesismo non è un caso, è evidente):
un omaggio per una persona importante della mia vita, che immagino apprezzerebbe per più di un motivo, in un mare di fiorellini e nuvolette di pancarrè, in pieno periodo di hanami, tra lacrime e sacrifici.
Con un bicchiere di vino. Forse due.
100 gr di sgombro lessato (andrà benissimo quello in vasetti, purchè al naturale)
4 cl di latte di soia non zuccherato
2 cl di olio d'oliva extra vergine leggero
un cucchiaino di polvere di tè matcha
Montare con le fruste elettriche come fosse una maionese.
Ne risulterà una mousse verde, leggermente sabbiosa, marina, e molto evocativa. Per me.
Sa di terra, di mare, ma è verde...
Nulla impedisce anche di cuocerla leggermente (e pure di addensarla ulteriormente con fecola o kuzu) e una volta raffreddata di frullarla nuovamente.
Si astengano i non estimatori di matcha e i deboli di cuore (questa la capisco solo io, pardon).
The edge of the deep green sea
Wave after wave after wave It's all for her "I know this can't be wrong" I say
...
"Why do you cry?
What did I say?"
"But it's just rain" I smile
Brushing my tears away...
la ciotola-tazza è un gradito regalo di Acilia
Il thè matcha lo cercavo da tanto e finalmente settimana scorsa l'ho trovato! Mi puace davvero un sacco ;D come questi tuoi fiorellini, un'idea davvero divertente. Ogni tanto vale la pena giocare a tavola ;)
RispondiEliminafantasica questa mousse, non avevo mai pensato di farne un con il matcha!
RispondiEliminacomplimenti per il blog veramente interessante, mi iscrivo subito!
nel verde c'è la vita che rinasce a primavera, c'è la speranza, la freschezza... è il colore giusto per ri-prendersi (cura di sé)
RispondiElimina:-)
Spighetta: sì, quanto più possibile, senza effetti strabilianti, ma solo un po'di divertimento
RispondiEliminaMax, grazie di tutto.
Sara, sto immergendomi nel verde a più non posso ;-)