Mai come negli ultimi anni il Nordest è stato oggetto di tanti proclami, discussioni, tentativi di analisi su giornali, trasmissioni televisive e radiofoniche e libri: quasi sempre di taglio giornalistico, economico o al più sociologico. Dov’è però finita l’anima di questa terra? Nei capannoni delle zone industriali, nelle grandi navi che portano migliaia di turisti alla volta in Laguna, oppure nei boschi delle zone montane, nei fiumi e nelle acque sempre più inquinate, nell’ansia per la perdita del benessere? Di scoprirla e raccontarla in passato si sono occupati alcuni tra i maggiori narratori e poeti del ‘900, non solo italiani (pensiamo solo al giovane Hemingway): oggi però a chi tocca raccontare il Veneto, il Trentino, il Friuli Venezia Giulia? È ancora possibile, oppure si tratta di realtà ormai troppo sfaccettate?
Nasce da questi interrogativi la sfida raccolta dai curatori Cristiano Dorigo e Elisabetta Tiveron nel libro LETTERE DA NORDEST, uscito all'inizio di settembre 2019 per edizioni Helvetia.
Il volume riunisce i contributi di alcune delle voci più interessanti del Triveneto:
Ubah Cristina Ali Farah, Gianfranco Bettin, Francesca Boccaletto e Roberta Cadorin, Antonio G. Bortoluzzi, Alessandro Cinquegrani, Elisa Cozzarini, Fulvio Ervas, Angelo Floramo, Patrizia Laquidara, Luigi Nacci, Silvia Salvagnini, Giacomo Sartori, Tiziano Scarpa, Federica Sgaggio, Gian Mario Villalta, Stefano Zangrando, con postfazione di Francesco Jori.
Ovviamente io ho contribuito, onorata, disegnando.
Sono stata ofelice ancora una volta di poter illustrare le parole di Francesca Boccaletto che, nel suo pezzo, scrive di Vaia.
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