mercoledì 9 settembre 2015

La lingua instancabile del mare





Sono tornata, o almeno così mi dicono, perché in effetti la mia anima astrale sta ancora mangiando arancine nascosta sotto un cappellone di paglia, mentre macina, sognante, chilometri da ovest ad est...
Qui, tra le mie montagne, ho trovato 20° in meno.
Purtroppo i folletti in mia assenza non mi hanno neppure riordinato la scrivania, ma io non me ne curo e contamino gli schizzi lasciati a casa per il libro, coi segni di mare del moleskine tolto dalla valigia.



Figura.

Relitti abbandonati alla risacca, fossili sputati dall’abisso
stiamo su questa spiaggia come dentro l’eternità
culla di venti, cortina di sale che ci fa
invisibili
calcificati sui sassi tiepidi, offerti all’azzurro semicerchio
graffiato da segni che non interpretiamo
occhi negli occhi col chiarore più sfocato e fondo
vetrini colorati sgranano il bagnasciuga, collane
scivolate nelle vene, rianimate
la lingua instancabile del mare ci riempie le orecchie
con la sua trasparenza.

Giovanna Rosadini



3 commenti:

  1. E io mi commuovo, come sempre ma di più, perché i tuoi passi hanno incrociato i miei, nello spazio e nel tempo, e la mia terra ti è stata amica. Il tuo disegno sono, incredibilmente, io come mi vedo se penso al mare e all'abbandono.
    Grazie Roberta, un abbraccio forte
    Alessia

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    Risposte
    1. E no, qua mi commuovo anch'io Alessia.
      Hai parlato di mare e di abbandono.. e come sono vere le tue parole!
      Ogni disegno è un'immersione, una partenza... ma anche paura ed incognita. Ci vuole davvero fiducia e coraggio per ogni viaggio.
      Grazie, grazie <3

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