giovedì 26 febbraio 2009

Oggi: radicchio al forno!


Mentre il forno è ancora caldo, dopo aver cotto il pane (la mia pasta madre è ancora viva), approfitto per fare un contorno veloce, ma buono buono.

2 grossi cespi tagliati di radicchio tardivo di treviso (o il più economico veronese)
1 cucchiaio di lievito in scaglie bio*
1 cucchiaio di germe di grano bio
1 cucchiaio di farina di mais fine (es. fioretto)
1/2 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di erbe provenzali
2 cucchiai di olio e.v.o.
Preriscaldare il forno a 200°.
Versare l'olio sul fondo di una teglia antiaderente. Intingervi da entrambe le parti il radicchio lavato e tagliato in quattro, rigirandolo ed ungendoloper bene.
Mescolare lievito, germe di grano, farina di mais, sale e erbe aromatiche e cospargere con questo misto di polvere aromatica il radicchio.
Cuocere in forno a 200° per 20-30 min

* il lievito alimentare si distingue dal normale lievito di birra per panificazione per essere costituito da cellule della specie Saccharomycies cerevisiae idoneamente essiccate e prive di effetto fermentativo. Viene prodotto in modo naturale su colture di melassa.
Come per il germe di grano, anche questo lievito, per preservarne tutte le sue preziose proprietà, non dovrebbe essere usato in cottura. In questa ricetta quindi ha il solo scopo di insaporire e gratinare, ma è buonissimo anche spolverato sopra la pasta, i cereali, le verdure, ecc.


Secondo Giuseppe Maffioli ("La cucina Trevigiana" Franco Muzio Editore) a inventare il radicchio di Treviso sarebbe stato uno straniero. Il merito di aver introdotto la forzatura, il metodo di imbianchimento del radicchio sarebbe di Francesco Van den Borre, capostipite di una famiglia di vivaisti che ancora opera nel Trevigiano, giunto nella provincia veneta dal Belgio nella seconda metà dell'ottocento. A Dosson Van den Borre lavorò, secondo Maffioli, all'allestimento del parco di una Villa, e non è improbabile, dunque, cha abbia applicato alle cicorie locali le tecniche di imbianchimento già in uso in Belgio per l'ortaggio noto come " insalata belga "..... "

In occasione della Mostra del Radicchio rosso di Treviso 1980 a Preganziol (TV) un famoso poeta locale Tito, scrisse una bellissima poesia del titolo "Elogio al radicio trevisan verossia bisteca de campo " in dialetto trevisano e vi riportamo di seguito la strofa finale:

" .... Mi ve suplico; de 'sto radicio, 'no stemo perdar ea rassa anzi! coltivemoeo co' passion pa' portarlo in piassa a tera xe questa; che i diga quel che i vol! el radicio rosso xe nato fra Dosson e Pregansiol ! el xe sta portà da un sior vegnuo da Gand ringrasiemoeo, 'l ga asà un gran patrimonio tra e nostre man. ........ "


Traduco?
;-)

"Io vi supplico; di questo radicchio, non perdiamo la razza, anzi! coltiviamolo con passione per portarlo in piazza; che dicano ciò che vogliono: il radicchio rosso è nato tra Dosson e Preganziol! è stato portato qua da un signore venuto da Gand (Belgio). Ringraziamolo! Ha lasciato un patrimonio nelle nostre mani!"...



immagini e aneddoto da http://www.vandenborre.it/






venerdì 20 febbraio 2009

Rosa viola verde


svolazzi di risate


bugie di primavera


sonagli dispettosi


scherzi di bambina

La primavera mi solletica: ho prodotto questi primi orecchini per questo...
info qui


mercoledì 18 febbraio 2009

Post-it # 8

Come un'implosione, una demolizione ha cancellato ogni punto di riferimento. Ora c'è polvere, tanta polvere spessa e pesante, in quel piccolo spazio tra me e il cielo.
Non basta essere architetto per avere un nuovo progetto in testa. Ci vuole speranza, fiducia per ricominciare daccapo.



Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.


Alda Merini




lunedì 16 febbraio 2009

A chi ha brutti pensieri...


Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.
Se Gianduia diventasse
ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.

Gianni Rodari




mercoledì 11 febbraio 2009

Polvere di vetro



Tra le tante cose fatte nella mia vita non si sa bene perchè, ma che poi si sono rivelate delle belle esperienze, a prescindere dagli sviluppi, c'è anche questa.
A Venezia, tra le isole minori e sconosciute ai più, c'è l'isola di San Servolo.


Un tempo era nota per essere la sede del manicomio della città. Ora è l'unica isola della laguna ad esser stata recuperata dalla Provincia di Venezia.
Parecchi anni fa, quando i lavori di restauro erano appena iniziati, un gruppo di rinomati maestri muranesi del vetro, soffiatori e artisti della lavorazione a lume, casting, ecc. unirono i loro talenti dando vita ad una bellissima associazione che denominarono "Scuola del Vetro". A questa invitarono altrettanto grandi maestri internazionali da tutto il mondo, maghi in altre tecniche quali la pate de verre, il fusing...
L'intento era quello di trasferire temporaneamente parte della loro attrezzatura nei mesi estivi da Murano a San Servolo e di offrire il loro sapere affinchè venisse divulgato e tramandato, attraverso dei corsi settimanali estivi. La frequenza del corso prevedeva anche l'alloggio e il consumo dei pasti nell'isola.
L'ambiente era molto singolare. Si respirava un'atmosfera rilassante (zanzare e tafani a parte ;-), ma altrettanto carica di energia e creatività! Un posto irreale, forse, a detta di qualcuno, carico ancora della memoria un po' inquietante del suo passato.
Non avendo esperienza in campo (tutti gli altri partecipanti erano già un pochino sgrezzati in materia), allora avevo dovuto scegliere il corso che a prima vista meno mi attirava, quello cioè di pate de verre.
E invece è stata una rivelazione! In fin dei conti vi erano anche parecchie similitudini con la cucina e la precisione della pesatura e della composizione degli ingredienti...
Due maestri giapponesi, marito e moglie nella vita, Shini e Kimiake Higuchi (il loro sito qui), inevitabilmente mi hanno affascinato col loro sapere e la loro filosofia di vita. Con un passato di architetto lui e di cantante lirica e musicista lei, se non ricordo male, mi raccontavano della loro vita in questa campagna isolata giapponese, fatta di solo lavoro sul vetro e sulla terra, nell'orto e nella loro serra.
Ad essere sincera non amavo tutti i soggetti scelti per le loro opere, ma questa tecnica, abbinata alla cura, la dedizione e la poesia tipiche nipponiche mi è risultata affascinantissima.
Kimi poi era assolutamente fantastica nella riproduzione in pasta vitrea di alcuni semplici elementi naturali, come ad esempio anche solo semplicissime foglie di cavolo (vedi qui) o cime di cavolfiore, che farebbero la felicità di ogni foodblogger, ci scommetto.

Nel video al lavoro:



Mentre sedevo accanto a Kimi e cercavo di carpire i segreti di ogni suo gesto, le chiesi di aiutarmi a creare un ideogramma.


Desideravo suggellare con questo il mio piccolo lavoro, una semplice coppa che avevo creato bianca, ma con una riproduzione (non è dipinta, ma in rilievo) di una bellissima foglia raccolta durante una delle mie passeggiate nel parco. Mi pare di ricordare fosse di fico; l'avevo voluta riprodurre scomposta all'esterno e poi, nuovamente ricomposta, all'interno della coppa.
Rammento che ci avventurammo in un faticosissimo discorso, in bilico tra italiano ed inglese, fatto di amore, passione, sensibilità e natura.
Ora davvero, a distanza di tanti anni, non saprei ricostruirlo e restituirlo, ma ne porto nel cuore tutta la sensazione e l'emozione. Quel che è uscito è questo, con cui tutt'oggi amo firmare i miei post-it.

E questo è il mio souvenir, ancora sporco di gesso (la polvere bianca nelle pieghe) perchè non l'ho mai più molato.
Le foto sono davvero scadenti ma forse rendono un poco l'idea della consistenza del pate de verre, molto diversa da quella del vetro lavorato tradizionalmente.







(Scoprii in quei giorni comunque che era possibile girare di aula in aula a curiosare gli altri corsi e fu fantastico!)

Purtroppo l'associazione non esiste più, per motivi politici che non sto qui a raccontarvi... fortunatamente però ogni singolo maestro continua nel proprio magico lavoro, con grande successo.


per qualche informazione in più sulle tecniche di produzione e lavorazione del vetro vedere qui




lunedì 9 febbraio 2009

Post-it # 7


Questi post-it nascono sempre così, quasi per caso. Prima il disegno, sempre più facilmente delle parole, che vengono dopo e talvolta vengono peggio, o non vengono proprio...

Lo riguardavo e mi sembrava di non vederci proprio più niente. Pensavo allora ai colori...
Verde acido, il colore della vita, della terra e della natura in continua rigenerazione. Amore, onestà, costanza, bontà d’animo che non chiede nulla in cambio. Colore rilassante che favorisce la riflessione, la calma, sviluppa l’armonia nei nostri pensieri e dà pace ai sensi.
Viola, incontro armonico tra le vibrazioni del rosso e quelle opposte del blu. Il violetto chiude lo spettro di colori visibili ed ha un'alta frequenza vibratoria che stimola il sistema parasimpatico inibendo la secrezione di adrenalina e consentendo pertanto di abbassare al frequenza cardiaca e favorendo quindi la concentrazione e la meditazione.


Ho pensato allora ad un piccolo germoglio, tenero e fragile, ma pieno di vita. E ho visto quelli che mi sono sembrati cuoricini...
Oh sì, ora mi è chiaro! Questa è una dedica per la mia nipotina Viola. Benvenuta piccola!
;-)







venerdì 6 febbraio 2009

Raptus coloratissimi: Raptus & Rose invita Cobrizo.




Desidero condividere con voi una cosa.
Domani in città ci sarà l'inaugurazione di un posto davvero carino.
Questo atelier, che prende vita da una reale vecchia sartoria maschile dismessa, ora impreziosita da vanità e colori molto molto femminili, confeziona coloratissimi vestitini fatti su misura. Pezzi unici artigianalmente composti con tessuti vintage dalle abili mani di Silvia Bisconti e dei suoi collaboratori.
L'idea è simpatica, il posto piacevole, le persone capaci. Quanto basta per andare a curiosare.
Volete un altro piccolo motivo in più per andarci?
Sì, Silvia ha voluto proprio i miei lavori per ornare le sue creazioni Raptus and Rose!
Ci saranno quindi per un po' di tempo anche alcuni accessori appositamente realizzati da me per i suoi abiti.



 il packaging dipinto a mano da me, per i miei bijoux
















il mio portfolio invece di illustratrice qui

mercoledì 4 febbraio 2009

Ma scusa...

I Lor Signori che scaricano le mie illustrazioni per farsi cartoncini invito e d'auguri o chissà che altro potrebbero almeno dire qualcosa, o no?
Chessò, uno "scusa", "per piacere", "grazie" ... non fanno parte del Loro vocabolario?
......





martedì 3 febbraio 2009

Ancora un poco...




...e neve è stata.
Eppure, il bel titolo di Silone ci racconta proprio questo paradosso: è la neve che protegge, nutre e fa sviluppare il seme che si trova sotto le sue coltri. La neve non annulla il seme, ne permette la vita!


com'è bella questa copertina, vero?

...e anche i miei "semi" colorati sembra stiano per germogliare... Sono davvero contenta!