venerdì 26 febbraio 2010

Voglia di Fregola






Amo moltissimo la fregola sarda: trovo che il suo sapore e la sua consistenza si prestino bene per molte preparazioni, oltre alle più tipiche (con le arselle o la bottarga, visto la sua provenienza isolana).
Per chi non la conoscesse, è una sorta di cous cous gigante ricavato da un impasto di grano duro e acqua che viene lasciato asciugare e poi tostato in forno, assumendo un color più dorato e un sapore più accentuato della normale pasta.
In estate la servo anche fredda in insalata, ma con questo colpo di coda invernale, in cui sono ricomparsi pioggia e freddo, mi sono inventata questa. Nulla impedisce di usare il condimento con altra pasta corta o di saltarci il riso integrale.

per 3 p:
fregola sarda 250 gr
mezzo sedano rapa a cubetti (indicativamente 400-500 gr)
3-4 fichi secchi tagliati sottilmente
mezza cipolla bianca a cubetti
nocciole tostate
2-3 shitake (o una manciatina di porcini secchi) ammollati
mirin 1 C + shoyu 1 C + olio 1 C (o più se gradito)
pepe nero

Marinare la verdura nel mirin, mescolato con lo shoyu e l'olio.
Saltare a fuoco vivo finchè la verdura non si caramella.
Bollire la fregola in acqua salata per 8 minuti. Scolare e saltare con la verdura nel wok.
Servire con le nocciole tostate e tagliate a coltello e pepe macinato al momento.

Giacché la fregola, in ittiologia, è il periodo in cui avviene la deposizione delle uova nell'acqua, da parte delle femmine, evidentemente questi chicchi di pasta rimandano alla forma delle uova: che siano di buon auspicio per la loro schiusura e l'arrivo della primavera!
D'altro canto, voi non avete la fregola? di fregola? o di che altro?

lunedì 22 febbraio 2010

La crostata della macropazienza



Sii paziente verso tutto ciò

che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date,
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta.





La risposta di oggi per il mio cuore è questa, di Rilke.

Regalo invece agli stomaci di casa un dolce relax. Prugne secche, cannella, chiodi di garofano e profumo di grappa.
(Giacomo è in trasferta e un goccio alcolico nell'impasto è dunque permesso, anche se si potrebbe pensare che in cottura comunque evapori).

Gradirei una frolla macrobiotica, senza zucchero, burro e uova, please. Io ci provo così.

per il ripieno:
200 gr di prugne secche snocciolate (possibilmente non trattate)
un pugnetto di uvetta sultanina
una mela gialla sbucciata e tagliata a dadini
un cucchiaio di cannella (+ un pezzo di stecca)
una puntina di cucchiaino di polvere di chiodi di garofano
un cucchiaio di grappa (o più se gradito)
un cucchiaio di fecola
uno o due cucchiai di malto di riso o grano (io non li ho messi, ma se la gradite più dolce...)

Taglio grossolanamente le prugne. Metto sul fuoco un bicchiere d'acqua e vi cuocio prugne, mela, uvette, grappa e profumi (e il malto, se gradito). Aggiungo un goccio d'acqua se necessario.
Una volta raffreddate, rimuovo la cannella in stecca e aggiungo la fecola.

Quindi impasto veleocemente:
150 gr di farina integrale
150 gr di farina bianca
7o gr di olio di girasole (o d'oliva leggero)
110 gr di latte di riso non zuccherato
un cucchiaino di polvere di vaniglia (no vanillina)
una bustina di cremor tartaro (meno un cucchiaino)
un pizzico di sale
Impasto velocemente le farine e fodero con metà impasto una tortiera da 25 cm di diametro.
Riempio col ripieno fruttato e copro con la pasta restante.
In forno 25 min a 170°

altre torte di frutta leggere, ma appetitose:
Torta di pere
Torta di susine


So che si può fare di meglio, esteticamente e fotograficamente. Molti di voi mai posterebbero una foto così, ma qui si altalena sempre tra pazienza e sangue freddo nei pensieri, e velocità e frenesia nei gesti.
Per me il blog (che non è un foodblog, nota bene) è un esercizio personale pure in questa direzione: concedersi la sperimentazione, aspirare al miglioramento, ma anche accettare il risultato del momento e non incapponirsi nel perfezionismo.






giovedì 18 febbraio 2010

Lo chiamavano "giveaway"...

Oggi sono di ottimo umore ed ho deciso di condividere questa leggera euforia con voi. Finalmente ho anche un po' di tempo per mettere in pratica questa piccola idea.
Per tutti coloro che passano di qua e che lo gradiscono (blogger e non), ci sono questi due modelli di orecchini che forse avete già visto.
Lasciatemi un vostro commento, se vi piacciono, non dimenticandovi di dirmi quale preferireste: il primo è lungo 7,5 cm, il secondo 4. (cliccate sulla foto per vederli meglio)
Entro il 1° marzo estrarrò a sorte una vincitrice (o un vincitore, in vena a sua volta di fare un regalo ad una donzella del cuore).
Se volete, potete spargere la voce, ma non ne siete assolutamente obbligati.
E' solo un piccolo gesto per dirvi grazie, per avermi regalato la vostra presenza. Senza di voi non avrebbe avuto senso fare così tanti post strampalati e non avrei neppure mai pensato di spedire tanti pacchettini in giro per l'Italia.
Grazie.

P.S.: ricordate di lasciare nel commento almeno il vostro nome come riferimento!

mercoledì 17 febbraio 2010

Germogli verdi

Una passeggiata sotto un timido sole che già prelude a tanto attesi tepori primaverili, qualche scatto lungo l'acqua corrente che lascia intravvedere verdi germogli e poi di corsa di nuovo al lavoro...




Io mi sento già con naso e orecchie in primavera. Voi?

info qui

martedì 9 febbraio 2010

Mezzelune alla zucca e tofu




Il fine settimana è un'occasione per tempi più rilassati per ogni cosa.
E' bello ancora una volta giocare ai fornelli in tre. Mamma impasta, papà tira la sfoglia, Giacomo taglia i cerchi e mette il ripieno. Sei mani sigillano, s'incrociano, fanno volare risate e farina.
La squadra funziona e il pranzo arriva caldo allo stomaco passando effettivamente da mano a cuore.

per 24 ravioli di zucca (che ricordano un po' dei gyoza)

per la pasta:
100 gr di farina integrale di farro
100 gr di farina 0
100 gr di acqua
un pizzico di tekka* (facoltativo)

per il ripieno:
200 gr di tofu passato al setaccio
una fetta di zucca tritata finemente
un pezzo di porro tagliato a quadretti minuti
sale
2 cucchiai d'olio
salvia e rosmarino

Impastare la farina con l'acqua. Avvolgere nella pellicola e lasciar riposare in frigo per almeno mezz'ora.
Saltare brevemente per qualche minuto nell'olio il tofu con la zucca, il porro e le erbe tritate. Salare q.b. e lasciar raffreddare.
Stendere la sfoglia spessa un paio di mm e tagliare dei dischi con un coppapasta.
In ciascuno porre un po' di ripieno e sigillare bene (noi abbiamo usato un Gyoza tool continuando i giochi di ibridismo del post precedente ;-), ma nulla vieta di usare il metodo classico).

L'aggeggino però, confesso, mi sta già stuzzicando un'applicazione in versione dolce.





Cuocere in acqua salata per 5-6 minuti.
Condire con olio aromatizzato con aglio e rosmarino e salvia e spolverizzare con un pizzico di tekka.
Servire con la verza appassita in padella.

Altri ravioli, ma cotti al vapore, con ripieno più japan qui.

* La tekka è un condimento giapponese in polvere a base di radici (bardana, carote, ecc) e miso. Cotto a lungo nella sua preparazione, assume dunque un effetto (yang) riscaldante ed energizzante. Profumatissimo (con un aroma un po' di caffè, per intenderci), è da usarsi a piccoli pizzichi.
Si trova nei negozi di prodotti biologici e naturali.

lunedì 8 febbraio 2010

Popeye's fake sushi (vegan)



Contaminazioni. Ibridismo.
Pericoloso tirare in ballo parole così grosse dopo tutti i discorsi letti in rete a proposito di Identità Golose (che io non ho visitato), ma per me il gioco prevale su tutto: prendere un oggetto e usarlo per un uso diverso da quello deputato è divertente. In questo caso diventa stuzzicante anche per il palato.

Scotto appena a vapore 500 gr di spinaci crudi. Raffreddati, li taglio a coltello.
Mescolo una tazza di farina di ceci con due di acqua fredda e un pezzo di alga kombu (facoltativo). Lascio riposare per qualche ora. Rimuovo l'alga (che lavata ed asciugata può essere riutilizzata)
Unisco mezza tazza di farina di mais integrale, 2 cucchiai di olio, sale q.b.
Inforno in teglia oliata, a 200° per 30-40 minuti (eventulmente coperto all'inizio con carta stagnola se occorre).

Una volta raffreddato, realizzo questi "polpettini" bizzarri con l'attrezzino per sushi, ma ovviamente potrete usare qualsiasi altra formina!)
Servo con wasabi e qualche goccia di shoyu.

altre idee per sformatini:







ps: ecco perchè Elena Comida stamattina mi ha fatto sorridere (qui). Sintonia telepatica? ;-)

Cipolline...

No, non sono borettane, ma perle di fiume cipolline, con rame e cristalli.


info qui

mercoledì 3 febbraio 2010

Baccalà, zucchine e topinambur: proprietà commutativa


Cobrizo e il suo Cobrizoletto vanno a comperare un po' di pesce.
- Giacomo, vuoi che prenda la platessa?-
- No, voglio il baccalà! -

Il giovane ogni volta la spiazza. Non ama il merluzzo, ma mangia le alghe, non apprezza i gamberetti, ma divora vongole e piovra.
E allora anche se questa sera non c'è tempo di fare pure la polenta, vada per il baccalà con le zucchine!
- 600 gr di ammollato - chiede lei
- Verso la coda - ribatte il pescivendolo, - la pancia pare più adatta per il baccalà mantecato o alla vicentina... -

Cobrizo vorrebbe però una ricetta un po' più veloce e meno "mantecatosa" delle tradizionali.
Prova a lessarlo brevemente gettandolo (senza pelle*) in acqua bollente leggermente salata, rammentando il detto: "baccalà, fegato e ova: più se coce più s'assoda" .
Una volta scolato (dopo 10 min) e raffreddato lo spina e lo sfibra.
Trita un grosso ciuffo di prezzemolo con una puntina di spicchio d'aglio e una manciata di capperi dissalati. Mescola il trito con 50 gr di olio extravergine d'oliva. Forse anche qualche oliva nera non guasterebbe, ma meglio non eccedere se avete anche voi un Cobrizolotto in casa.
(mamme che avete bambini ben più piccoli che faticano a dormire, provate a ridurre il sale e gli alimenti molto yang - uova, formaggi, carne o pesce appunto - nel pasto serale!).


Per una vellutata, d'entrée, spazzola a parte sotto l'acqua corrente 600 gr di topinambur bio e 500 gr di patate pure bio a cui lascerà con gran sollievo e soddisfazione anche la buccia. Li taglia grossolanamente e li tuffa in acqua bollente per 15-20 minuti e riduce infine tutto in crema finissima.
Quindi cuoce a vapore qualche zucchina tagliata a julienne da accompagnare al baccalà, di contorno.

Le dosi abbondanti però fanno sì che l'indomani qualcosa rimanga.
Dal momento che come tutte le preparazioni di baccalà anche questa migliora col riposo, Cobrizo apre il frigo e inverte l'ordine degli addendi e ... il risultato cambia, eccome!
Se non per lo stomaco, almeno per una foto fatta con un po' più luce e calma, e così nasce la nuova:

Zuppetta di topinambur con insalatina di baccalà




Le lentigo scure sono di sale nero delle Hawaii.


*La pelle contiene molto collagene e quindi il risultato finale di un baccalà cotto con la pelle è più cremoso rispetto ad un baccalà spellato. La pelle però conferisce alle pietanze un colore scuro che può disturbare come ad esempio in questo caso. Da qui la decisione di toglierla.