Ho colto con curiosità l'invito a vedere da vicino cosa ci sia dietro la distribuzione del biologico e biodinamico e sono rimasta molto colpita nel conoscere meglio il caso esemplare di un'impresa con la maggioranza azionaria in mano ad una fondazione no profit che segna un fatturato in crescita nonostante la crisi globale.
La fiera era contenuta ma ben curata, con stand progettati saggiamente uguali per ciascun espositore.
Ho conosciuto e chiacchierato con molti dei produttori delle cose che mangiamo e consumiamo abitualmente ed è stato molto piacevole vedere direttamente negli occhi queste persone e stringere loro la mano.
insieme a questo bel sorriso Cobrizo scova miso, udon, alghe, umeboshi e va in brodo di giuggiole :-))


Quello che però mi ha sinceramente colpito di più, al di là dei numeri, è stato constatare che, nella storia di Ecor, all’obiettivo economico del progetto si è affiancato fin da subito quello socio-culturale. Il 54,75% delle loro quote è infatti di proprietà della Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner, che insieme agli altri soci, si rende garante delle finalità sociali dell'attività: distribuire prodotti biologici e biodinamici contribuendo a migliorare non solo la salute delle persone, ma anche quella della terra e dell’ambiente in generale.
L’intento lodevole è così quello di
coniugare economia ed ecologia con un investimento nel presente e nell'educazione.
Per educazione non intendo solo quella alimentare (intanto, se già non la conoscete, date però un'occhiata alla loro rivista
Valore Alimentare che raccoglie nomi di grande preparazione per es. come
Matteo Giannattasio, Sergio Maria Francardo, Giovanni Allegro che ammiro molto e di cui io ho già parlato in questo blog), ma la convinzione che la società deve essere curata a partire da un'attenzione particolare ai bambini.

Il gruppo infatti ha sempre portato avanti il
pensiero pedagogico steineriano con la creazione di un cooperativa agricola che è poi diventata anche fattoria didattica e un incantevole polo scolastico steineriano, che comprende un
asilo e una
scuola primaria, per cui è prevista prossimamente anche l’attivazione del
liceo.
Con una saggia e pragmatica strategia, attraverso la scuola,
si investe sul talento del singolo individuo creando forze sociali in grado di alimentare un futuro in crescita.

L’intenzione è cioè che l'azione pedagogica non si esaurisca nell’ambito prettamente scolastico, ma prosegua e si amplifichi nella vita sociale, proponendo di formare (e non addestrare) individui attivi e partecipi alla vita dei propri simili.
L’edificio, realizzato secondo i principi della bioedilizia (adottando soluzioni tecniche interessanti come il geotermia ed il fotovoltaico, ;-) proprio come a casa nostra) garantisce la salubrità degli spazi impiegando materiali naturali.
Le aule disposte a arco, dipinte con colori tenui tutti diversi e profumate dall'essenza del legno impiegato di cirmolo non trattato, sono arredate con mobili realizzati dai soci e dai genitori dei bambini che la frequentano.
Attenta alle esigenze dello sviluppo, ai ritmi della giornata e delle stagioni, attraverso un’educazione ed un apprendimento conformi alle necessità e alle fasi evolutive del bambino, la scuola offre spazio per vari
laboratori: l’aula scultura e pittura, le aule di musica, di fisica, di euritmia e di informatica e falegnameria.
Pur avendo sempre amato andare a scuola (almeno fino a prima di un'esperienza nefasta al liceo), mai però ho respirato in ambienti scolastici quello che in quelle aule ho percepito:
creatività, stimolo, rispetto, pace, condizioni cioè indispensabili
per liberare, stimolare e favorire la gioia dell'azione, la spontaneità dei sentimenti e la curiosità della scoperta.


Come era successo cinque anni fa, ho rimpianto ancora una volta di non aver avuto la possibilità di far frequentare una scuola così anche a mio figlio, visto che nella mia città non c'è nulla di analogo!
Lui era incantato e quando poi ha sentito che in quella scuola non si usano i libri e non ci sono compiti a casa gli si sono illuminati gli occhi ancor di più!
La domenica è seguita una festa nell'azienda San Michele a Manzana, una fattoria biodinamica (anche didattica) che ha offerto giochi, attrattive e laboratori ai bambini, ancora grazie al lavoro volontario di tutti gli insegnanti e i genitori della scuola.
E' indubbio: vera passione e sincera condivisione di un sogno, in una comunità, danno risultati sorprendenti!








Una nota per le irriducibili
food-addicted?
Oltre 2000 visitatori hanno pasteggiato a lasagne di kamut con scamorza e pesto, zuppa fredda di carote e pesto, melanzane alla parmigiana in lasagna, ravioli ripieni, hamburger vegetali con patatine, insalata nizzarda e insalata russa in versione vegan, ecc.
Tutto bio, frutta e vino compresi.
Chapeau.



p.s.: questo post (come del resto tutti gli altri in questo blog)
non è un redazionale su commissione.