sabato 20 dicembre 2008

Incontri fioriti


(una mia tavola illustrata per un racconto per il concorso di illustrazione di Bordano , 2002)



...quando un ago diventa l-ago...
(o forse era un dodici*?)

*Viene considerato il più sacro tra i numeri, insieme al tre e al sette. Il dodici è in stretta relazione con il tre, poiché la sua riduzione equivale a questo numero (12 = 1 + 2 = 3) e poiché è dato dalla moltiplicazione di 3 per 4. Il dodici indica la ricomposizione della totalità originaria, la discesa in terra di un modello cosmico di pienezza e di armonia. Infatti indica la conclusione di un ciclo compiuto. Il dodici è il simbolo della prova iniziatica fondamentale, che permette di passare da un piano ordinario ad un piano superiore, sacro. Il dodici possiede un significato esoterico molto marcato in quanto è associato alle prove fisiche e mistiche che deve compire l’iniziato. Superate le prove induce ad una trasformazione, in quanto il passaggio si compie su prove difficili, le uniche che portano ad una vera crescita. In molte culture i riti iniziatici si compiono all’età di dodici anni, dopo di che si entra in un’età adulta. (dalla rete)

Ma cosa facevo io a 12 anni?? E voi?





10 commenti:

  1. Una lettera slanciata ...Elle come l'iniziale del mio nome!
    E guardando questa tua bella illustrazione mi sono soffermata sulla tua riflessione... cosa facevo io a 12 anni?

    ciao cara, buon fine settimana!
    elle.

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  2. A dodici anni? Una fatica bestia, certamente. Tanto che si ricorda poco o nulla, segno certo del lavoro dannato e scarsamente dotato di senso riconoscibile che fanno il disgraziato fanciulla, la disgraziata fanciulla. Alla faccia di tutte le immagini della fanciullezza spensierata e innocente. Inoltre, con scarsità di rituali e prove iniziatiche di aiuto e accompagnamento.

    Niente capannucce nella foresta per il menarca, tanto per dire, ma quasi improvvisate istruzioni di mamme in cerca di ispirazione.

    Invece di una bella morte e rinascita, un salvare le penne, che va sempre bene, ma fa meno figura ed è più faticoso, alla fin fine.

    Bella quella cupa verdezza molto profonda, da parco ombroso.

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  3. la elle è una bella lettera con due virgole che vanno in opposte direzioni e un'allungata asola di vuoto/pieno,
    mi sta simpatica assai:)

    dodici anni la batosta del menarca per di più con dolore, inspiegabile stranezza con cui dover convivere, ma niente gonne solo pantaloni e l'inizio di una vocazione androgina,
    capelli lunghi coda di cavallo o treccia,
    mi piaceva ungaretti
    e meriggiare pallido assorto di montale,
    magrissima,mangiavo niente
    la prima della classe con il carico anche un po dolente che comportava
    un po'sola solo compagne di scuola e non amiche del cuore
    un inizio di educazione sessuale con dei libri di un certo michel quoist presi in biblioteca,
    montgomery rosso e ballerine blu con fiocchettino,
    le domeniche l'uscita con i genitori con una dauphine color cielo -che gioia mi ha dato mio padre con l'acquisto di quella macchina, una gioia insuperata!

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  4. la elle è una bella lettera con due virgole che vanno in opposte direzioni e un'allungata asola di vuoto/pieno,
    mi sta simpatica assai:)

    dodici anni la batosta del menarca per di più con dolore, inspiegabile stranezza appioppata ad una bambina,
    ma niente gonne solo pantaloni e l'inizio di una vocazione androgina,
    capelli lunghi coda di cavallo o treccia,
    mi piaceva ungaretti
    e meriggiare pallido assorto di montale,
    magrissima,mangiavo niente
    la prima della classe con il carico anche un po dolente che comportava
    un po'sola solo compagne di scuola e non amiche del cuore
    un inizio di educazione sessuale con dei libri di un certo michel quoist presi in biblioteca,
    montgomery rosso e ballerine blu con fiocchettino,
    le domeniche l'uscita con i genitori con una dauphine color cielo -che gioia mi ha dato mio padre con l'acquisto di quella macchina, una gioia insuperata!

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  5. vi ringrazio per queste confidenze sul vostro passato. mi piacciono queste chiacchiere in "rosa"! ;-)

    anche per me era tutto in salita... a partire dall'altezza che mi faceva sentire sempre così "fuori norma"! ;-)

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  6. ...proprio come una "elle", accanto a tante "a", che mi apparivano così graziose ed aggraziate ;-))

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  7. a dodici anni ero un chiodo, per giunta con il collo lungo, non alta, no, solo ossuta. vestivo sempre jeans e una volta che mia madre mi convinse a mettere un maxipull di benetton, coetanei crudeli e sconosciuti mi diedero della "scopa vestita". immediatamente tornai a vestire, e a sentire, i miei panni di soggetto da Bildungsroman.

    nelle ore di balletto una silfide, asessuata, più aria che terra.

    nelle ore domestiche un riccio, disagiato inside-me e vinile, libri, vinile.

    nelle ore scolastiche un ottimo, più di astuzia che di sudate carte.

    la tua elle mi appartiene, mi piove dal cielo in questo clima natalizio e io me la prendo... e ti ringrazio cobrizo.

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  8. ma guarda! anch'io dieci centimetri di più, ma non ne volevo nemmeno uno di meno.

    amica del cuore dell'unica alta come me, che era pure la prima della classe, quindi tendenzialmente disadattata come me, solo occultata dall'ottimo.

    similia similibus.

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  9. Ho riflettuto molto... per tornare ai 12 anni.
    Sembra che l'essere molto magre, sia una caratteristica molto diffusa.
    Io ero magra, capelli dritti dritti e naturalmente li avrei voluti mossi.
    A tratti bambina ancora a giocare con le bambole, a tratti ragazzina presa dalle prime simpatie!
    Lo sport era la mia passione, pallavvolo, corsa, sci, sempre in movimento con le amiche.
    Forse tanto protetta dalle braccia di mamma e papà, imparavo a dividere il loro affetto con l'arrivo, un anno prima del mio tanto amato fratellino.
    un bacione elle

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  10. i miei 12 sono di 14 anni fa.
    può essere abbastanza per vederli lucidi? non so, e penso che non lo saprò ancora per un po'.

    ricordo il mio pianoforte, che imparavo affidandomi all'orecchio, ma poco allo studio , per dar tempo a passeggiare libellula su palcoscenici assieme a persone ben più grandi di me ma che non ho mai sentito distanti, e ne sono ancora grata per come poi ho cominciato leggera ad affrontare la vita , e saggia pure.
    Un teatro di provincia che ha fiorito il mio carattere, aperto il sorriso e sogni di capacità e progetti magari alti di orizzonti. e una scuola che si faceva amare, stranamente, tutto, attorno, mi aiutava ad affrontare l'affontabile. I compagni, pure nelle difficoltà preadolescenziali, insegnanti stimati, famiglia sgangherata ma forte comunque, e lo vedo solo oggi però.
    e poi una nuova città - sì perche era l'età del trasloco - che pur nuova si faceva amare, e che tutt'ora che non la abito più, per me resta la Mia Città.
    Perché tutto ciò che di bello è avvenuto per la mia vita è cominciato lì.

    insomma un bel 12, il primo crocevia, o per restare nel mio tema, la prima sonata.


    baci, cara.
    buona vigilia e continuo..

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