venerdì 30 gennaio 2009

Come schiuma di rose




Per domenica le previsioni parlano nuovamente di neve. Eppure io son due giorni che sento profumo di primavera. Nelle mie narici fiori di pesco... il mio cuore batte a mille e i miei occhi, se pur stanchi, non hanno voglia di chiudersi...



Colmo di fiori è il pesco
non tutti diverranno frutti,
splendono limpidi
come schiuma di rose

per l’azzurra fuga delle nubi
come fiori sbocciano i pensieri
cento al giorno
lasciali fiorire
lascia alle cose
il loro corso

non domandare del raccolto
occorrono anche giuoco e innocenza
e fiori in abbondanza
altrimenti il mondo
ci sarebbe angusto

e la vita
priva di piacere.

(Herman Hesse, Il canto degli alberi)

Sono stanchissima ma all'erta...
Infilo perle (rosa davvero), mi distruggo le mani, ma mi par di giocare.





venerdì 23 gennaio 2009

Post-it # 6



...

L'astuccio trasparente di un sospiro,
uscita dalla canna vola in giro,
ballonzolando senza direzione,
per farsi dondolar, come che sia,
dall'aria stessa che la porta via.
Una farfalla bianca, un certo giorno,
vedendo quella palla cristallina,
che rifletteva come una vetrina
tutte le cose ch'essa aveva attorno,
le andò incontro e la chiamò: - Sorella!
Fatti ammirare! Oh, come sei bella!
Son bella, si, ma duro troppo poco.
La vita mia, che nasce per un gioco
come la maggior parte delle cose,
sta chiusa in una goccia. Tutto quanto
finisce in una lacrima di pianto.

("La bolla di sapone" di Carlo Alberto Salustri, alias Trilussa)






martedì 20 gennaio 2009

Moqueca

Sembra assurdo provare a riprodurre una ricetta solo perchè ha un bel nome? A me è successo con la "Moqueca".
La moqueca (pr. muchèca) è un piatto brasiliano, che io non ho mai assaggiato.
Questo nome però mi piaceva e così ho voluto saperne di più. In sostanza è uno stufato cotto a lungo in pentole di coccio, con olio di palma, aglio, cipolla, pomodori, peperoni, ecc. Alcune versioni prevedono anche il latte di cocco e il lime, che conferiscono un sapore molto particolare.
Mi attirava la versione di pesce, che solitamente prevede una marinatura preventiva. In loco, ho letto, si trova quella di aratu, una specie di vongola, di arraia (razza), di gamberi, di aragosta, di sirì (piccoli granchietti), oppure mista.
Io oggi avevo solo dei semplici polpetti... e non mi trovavo, ahimé, a Bahia...
quindi sono andata un po' di fantasia!





4 polpetti (circa 5oo gr) o l'equivalente se avete un'unica polpo grande (o piovra, che si dica)
250 pomodori datterini tagliati a metà (sbucciati dopo averli tuffati in acqua bollente)
una cipolla rossa
un peperone verde (non amo usare la verdura fuori stagione ma pare fosse questo un elemento indispensabile. io ne ho trovato uno, biologico, che sapeva incredibilmente davvero da peperone, anche a gennaio)
2 spicchi di aglio tritati
un pezzo di zenzero (3 cm) grattugiato e spremuto
un cucchiaio di olio
200 cl di latte di cocco
un cucchiaio di burro di arachide (facoltativo)
due limoni confit a pezzetti (sostituibili con succo e buccia di limone fresco a piacere)

Nell'olio rosolare appena cipolla, aglio e zenzero; aggiungere il burro d'arachide, i pomodori. A fuoco vivo unire i polpetti eviscerati e lavati. Dopo qualche minuto aggiungere il latte di cocco, un pizzico di sale, e lasciar cuocere per 30 minuti. A questo punto unire il peperone tagliato a pezzi non troppo piccoli coi limoni e portare a fine cottura (un'altra mezz'ora o più) anche a pentola scoperta se serve addensare.
Guarnire con coriandolo fresco o prezzemolo tritato

Servire con riso basmati (in lingua originale l'accento cade sulla prima sillaba: bàsmati, che significa regina del profumo) o cous cous, ascoltando Maria Bethania o Caetano Veloso e assaporare sognando di avere i piedi nella sabbia....
;-)


Il sugo alla fine è risultato abbondante.
Le possibilità sono molte: o si va di scarpetta alla grande, o si aumenta la quantità di pesce, o si riducono gli ingredienti per il sugo, o se ne congela un po' (come ho fatto io, per un'altro "viaggio" di fantasia).

NON usare come balsamo per i capelli! ;-))


immagine da qui



giovedì 15 gennaio 2009

Tu ne cede malis...

"Tu ne cede malis, sed contra audentior ito."
Non cedi ai mali, ma resisti con cuore più ardito
(Virgilio, Aen., 6, 95)

Ancora pesce... (kamikaze!) o la va o la spacca...
Cotto 'sta volta
;-)

Salmone in satay con contorno
di cavolo cappuccio e riso basmati
Ho lasciato marinare i filetti di salmone in un pesto di aglio, peperoncino, sale, zenzero fresco, cumino tritato, zucchero di canna (in dosi assolutamente ad occhio), stemperato con un un paio di cucchiai d'olio.
Tagliato finemente con la mandolina il cavolo cappuccio e cotto a parte il basmati.
Separatamente ho mescolato una tazza di latte di cocco, shoyu q.b., una punta di cucchiaino di pasta di tamarindo, un pizzico di curcuma, ancora un po' d'aglio e la scorza di un limone. Ho unito il tutto ad una manciata di arachidi non salate tritate finemente (sostituibili con un paio di cucchiai di burro d'arachide) e cotto a fuoco dolce per qualche minuto, finchè si raddensa un poco (eventualmente aggiungendo un pizzico di maizena stemperata in acqua fredda, se occorre).
Ho saltato a fuoco vivo il salmone in una pentola antiaderente senza condimento, da entrambi i lati.
Indi servito con la salsa, il riso e il cavolo fresco.





tavola per il concorso d'illustrazione di Bordano   (
testo di Marina Neri)







mercoledì 14 gennaio 2009

Tox o detox?




Altro che cura post natalizia detossinante!
Nausea per due giorni e conseguente digiuno (con uso di soli Ume-Kuzu e Genmatcha, deglutiti a fatica) col timore di un'intossicazione da pesce crudo, al ristorante, che evidentemente non era freschissimo, il tutto condito da sospetto virus gastrointestinale influenzale... et voilà, come d'incanto ci si rimette in forma smagliante!
Due kg in meno e in più una fiacca mortale!
;-)




lunedì 12 gennaio 2009

Lurkers


Ho lasciato la porta aperta.
Ti vedo entrare, oramai da qualche giorno. Sei curioso ma ti aggiri come fanno certi clienti titubanti che indietreggiano non appena sopraggiunge una commessa troppo invadente.
Puoi guardare, curiosare, fermarti a pensare quanto vuoi.
Ti prego, almeno non rubare, non sottrarre le cose da questo luogo di nascosto. Comunque sarebbe poco piacevole, anche se sei convinto che io non ti abbia visto.
Se stai bene, ritorna, ritorna quando vuoi. Rimani quanto vuoi. Sarei bugiarda se non dicessi che mi fa piacere.


Qualche giorno fa disegnavo questo. Appuntando queste parole...
Poi solo oggi in rete vengo a conoscenza del Delurking day che scopro ricorre puntualmente tra il 4 e il 12 gennaio. Un giorno dedicato ai "lurkers", osservatori silenziosi da dietro le quinte, che seguono con più o meno costanza i blogs, ma non vi lasciano traccia.
Oggi dunque vi invito esplicitamente a dare una forma alla vostra presenza.
Drinks e pasticcini.
Si vous voulez...



mercoledì 7 gennaio 2009

Una finestra



Ecco un’altra finestra,
dove ancora non dormono.
Forse – bevono vino,
forse – siedono così.
O semplicemente – le due
mani non staccano.
In ogni casa, amico,
c’è una finestra così.
Né candele né lampade hanno acceso il buio:
ma gli occhi insonni.
Grido di distacchi e d’incontri:
tu, finestra nella notte!
Forse, centinaia di candele,
forse, tre candele…
Non c’è, non c’è per la mia
mente quiete.
Anche nella mia casa
è entrata una cosa come questa.
Prega, amico, per la casa insonne,
per la finestra con la luce.


Marina Cvetaeva