sabato 29 ottobre 2011

Zuccodonzia e ombre cinesi

Noi, adulti di casa, non amiamo Halloween, ma Giacomo l'ha avuta vinta e così è nata la prima zucca della nostra storia.
Cobrizo non è in vena e non si è sprecata più di tanto; ha disegnato i più classici dei tratti cucurbitacei, mentre papà ha inciso chirurgicamente e Giacomo ha operato un fine lavorio di scavo della polpa degno di uno zuccaendodontista sopraffino.



I semi possono essere puliti dai filamenti e ben lavati, quindi passati in forno cosparsi di sale,
a 180° per 20-30 min.


E poi la meraviglia! Le candeline accese e le ombre cinesi sul muro.


All allows even!


Le istruzioni, facilissime, per chi dovesse avere ancora qualche reticenza:

Porre una piccola ciotola sulla sommità della zucca e disegnarne il contorno con una matita.
A partire da questa disegnare uno zig zag, verso l'esterno.
Incidere con attenzione, in profondità e togliere la calotta.
Scavare l'interno con un cucchiaio o uno scavino.
Disegnare su carta doppiata la forma desiderata per occhi, naso e bocca. (nel mio caso ho messo la carta doppia e ho disegnato delle mezzelune per gli occhi e solo metà bocca a cui poi a mano libera, sulla zucca, ho aggiunto i denti e infine con carta singola ho fatto un triangolo per il naso)
Con un po' di nastro adesivo o qualche puntina, posizionare le forme di carta sulla zucca.
Disegnarne quindi i contorni e togliere le sagome di carta.
Quindi proseguire con l'intaglio.
Rifinire bene con un coltellino affilato i tagli.
Ripulire bene la zucca e, con un tovagliolino unto con un goccio d'olio (d'oliva o profumato), lucidarla.


Cobrizoricette con la zucca qui o qui o qui





domenica 23 ottobre 2011

"C'è petra 'nta lenticchia" (Pasta con lenticchie)

"C'è petra 'nta lenticchia", ovvero "qui gatta ci cova" ...


Gatta ci cova, sì, perchè in questo lungo silenzio doveva esserci una breve vacanza e invece si nasconde qualche mio problema fisico, nonchè 8 interminabili ore trascorse in pronto soccorso e un rimbalzo tra divano e letto che mi rende già insopportabile.
In questo fine settimana di sosta obbligata, posso solo spremere le meningi, mentre guardo i miei uomini che scorazzano in casa liberi, ma disorientati.
Così, riflettevo, scrutando la borsa piena della loro spesa... : se comunemente è possibile usare la farina di ceci nella pasta fresca, si potrebbe fare altrettanto con le lenticchie, no? Anzi, ancor più facilmente!
Annoiati pure loro, hanno dunque voluto sperimentare le mie elucubrazioni e mi hanno chiesto indicazioni per preparare la polvere sfarinando i legumi nel Bimby (o in un qualsiasi buon macinino e macinagranaglie).
Quindi, mischiandola a semola di grano duro, hanno impastato della pasta fresca.
Non è una ricetta precisa perchè non ho tenuto conto delle dosi, ma tenete buona l'idea se vi piace e fate conto che saran state molto meno di 100 gr di lenticchie , purchè macinate finissime, su 500 gr di semola. Concedetemi un largo margine di approssimazione, perchè qui si impasta spesso ad occhio, anche quando si sta bene!

Metà dell'impasto è stato trafilato in casarecce, condite con biete, pomodori secchi, aglio, acciughe e peperoncino (foto in basso).


[Non crediate che sia io a conciarlo così, per la foto!
Il ragazzo possiede il cappello dal secondo anno di asilo,
quando per carnevale mi ha chiesto di vestirsi da cuoco.
Ora, quando ha voglia di pasticciare con me in cucina,
se lo mette regolarmente di sua sponte.
Si è decisamente "montato" la testa! :-)) ]




L'altrà metà, il giorno dopo (riposta a palla in frigo coperta da pellicola) tirata e tagliata a tagliatelle ondulate, con fagiolini e pesto al basilico ritrovati nel freezer (foto in alto).


Squadra che vince non si cambia! (qui), d'accordo, ma potessi avere almeno io ora alcuni pezzi di ricambio... :-D




sabato 15 ottobre 2011

Cac-opìa




"Cacopia", cacologia... no, non alzare il sopracciglio: non sono parolacce.

In questo momento il caco mi rappresenta molto. Non è solo una questione di stagionalità.
Forse proprio per questa sua peculiarità: nella simbologia del regno vegetale esso ha il significato particolare di insegnare a non credere alle apparenze. Nessun frutto infatti è così sgradito quando è acerbo, ed invece così dolce quando è maturo.
Richiede pazienza e saggezza nel non farsi incantare dalla mera bellezza delle sue forme e del suo colore.
Questa sfera creduta divina in Cina e in Giappone è il frutto di una pianta considerata ancora oggi l'albero delle sette virtù: la prima è la sua lunga vita, la seconda la sua ombra maestosa, la terza la mancanza di nidi tra i rami, la quarta l'assenza di tarli nel suo legno, la quinta la possibilita' di giocare con le sue foglie indurite dal gelo, la sesta la qualità delle foglie da cui si ricava un bel fuoco e l'ultima, infine, la possibilita' di usare le foglie come concime per la terra.

Io mi limito a giocare mediocremente con la macchina fotografica e la luce, in un sabato mattina silenzioso e tranquillo. Cac-opìa in cui, pur forzando spiacevoli aggregati di immagini, lui, risulta sempre seducente.
Ricerco nelle parole locuzioni viziose contrastanti la normale logica del ragionamento. Cacologia.
Preparo un leggero dessert...

Continuo ad aspirare alla morbidezza e alla dolce fiducia che mi è richiesta in questo periodo, ma non mi viene facile...
Vorrei poter riposare tra le mele profumate, proprio come si fa con i cachi per facilitarne la maturazione.



p.s.: a proposito di cachi, qualche anno fa, facevo questo


venerdì 7 ottobre 2011

La volpe, (le lenticchie) e l'uva

Frutta di stagione e legumi.
Il tocco da volpe (?!) - la presenza, presunta, del folto coduto è imposta dal proverbio - è dato dal sommacco e la nota agrodolce. Il resto è facile e vien da sè...




150 gr di lenticchie (purchè non decorticate)
300 di acqua o qb
4 cucchiai di sciroppo di datteri (concentrato, questo qui , il mio) o una decina di datteri secchi
un piccolo grappolo d'uva bianca
olio extravergine oliva (1-2 C)
rosmarino (o prezzemolo)
le zeste di un limone non trattato
sommacco in polvere
uno spicchio di aglio
una cipolla bianca
sale e pepe

Lavare le lenticchie. In un tegame (meglio se di coccio) scaldare un goccio d'olio, appassirvi la cipolla a dadini e lo spicchio d'aglio intero (che poi potrete rimuovere). Unirvi le lenticchie e, poco dopo, l'acqua con lo sciroppo o i datteri a pezzetti.
Insaporire con un po' di questo qui o un po' di sale e erbe aromatiche a piacere e cuocere coperte, fino ad assorbimento del liquido (opto per la cottura ad assorbimento perchè impedisce che, nell'atto di scolare le lenticchie dall'acqua, vengono gettate via altrimenti la maggior parte delle proteine e dei sali minerali disciolti nella stessa), finchè saranno asciutte e morbide, ma non si sfaldano (aggiungendo altra acqua o scoprendo il tegame, all'occorrenza).
Lasciar intiepidire e impiattare.
Condire con gli acini d'uva bianca (la mia pizzuttella), le zeste di limone, il rosmarino tritato e il sommacco. Profumare con una macinata di pepe nero.
Aggiungere altro olio e.v.o. e sciroppo di dattero a piacere.


lunedì 3 ottobre 2011

Passeggiare, pedalare e zampettare...

Ognuno col proprio mezzo di locomozione preferito, andiamo incontro all'autunno.
C'è chi passeggia, chi pedala, chi zampetta ...
Accarezzati dalla luce morbida, raccogliamo castagne, noci e ghiande, regali inaspettati lungo le nostre esplorazioni a due passi da casa.


Grazie Madre Terra, per questi momenti di pura bellezza.
Cose incredibili accadono ogni giorno davanti ai miei occhi, ma troppe volte mi accorgo solo di quelle che mi danno un motivo per piangere o per festeggiare.
Insegnami ad assaporare l'essenziale e a guardare invece oltre gli eventi!



Autunno mansueto, io mi posseggo

e piego alle tue acque a bermi il cielo,
fuga soave d'alberi e d'abissi.

[...]

e in te mi schianto e risano.

[...]


(Quasimodo)