Mi ha chiesto una torta speciale.
Una Sacher, voleva il ragazzetto, per un'occasione speciale.
Quando la mangia di pasticceria mi dice che è troppo dolce, poi mi chiede se la so fare e cosa c'è dentro.
Uova, burro, zucchero, cioccolata, recito.
E' stato più forte di me: ho deciso di farla di testa mia, però, perchè... tra noi due non so chi sia il più testone.
Io non amo fare i dolci (in generale; poi qui ci sono anche tutte le mie altre particolari menate a riguardo).
Se dovessi pensare ad un paragone, è per me come usare l'acquerello in maniera canonica: dopo poco mi stufo e mi spazientisco.
Se dovessi pensare ad un paragone, è per me come usare l'acquerello in maniera canonica: dopo poco mi stufo e mi spazientisco.
Fortunatamente sono seguite preziose consultazioni notturne online che mi hanno fatto salvare la faccia.
Grazie Barbara. La tua ricetta è stata provvidenziale!
Eri eccitatissimo davanti alla tua torta.
Sei rimasto senza parole quando ti ho detto, dopo l'assaggio, che non c'erano uova, nè zucchero, nè burro. Eri in brodo di giuggiole.
- Non me la scorderò mai - hai aggiunto. - E' più buona di quella della pasticceria. Grazie. -
Io non scorderò mai queste tue parole, ma soprattutto la luce dei tuoi occhi per una torta così semplice.
Grazie a te Giacomo, per la capacità che hai di credere e meravigliarti, quando ti concedi il tempo e la pazienza di cercare a fondo nelle piccole cose, scoprendo che esiste sempre un'alternativa.
A tre anni quando mi hai chiesto di vestirti a carnevale da cuoco.
E questi siamo noi, dopo 9 anni di carezze, meraviglie, baruffe, scontri, urla, musi ed abbracci.
Tanti auguri pidocchio.
⠛
La ricetta è esattamente quella di Barbara, in tazze.
Qui io la riporto solo specificando le quantità in grammi solo per mia comodità, perchè so già che la prossima volta mi sarò già dimenticata la tazza che ho utilizzato ed il grado di approssimazione è sempre rischioso.
Ovviamente voi invece potete scegliere la tazza di base, come unità di misura, che preferite.
Fatela il giorno prima, con calma e conservatela un giorno in frigorifero. I sapori si esalteranno a meraviglia.
per 10 persone:
2 tazze di farina, la mia 0 (io ne ho usato 400 gr)
1 tazza di buon cacao (75 gr)
1 tazza di malto di riso (340 gr)
1/2 tazza di olio di semi di mais (150 gr)
1/2 tazza di succo di mela (170 gr)
30 gr di cremortartaro
un vasetto di marmellata bio di albicocche senza zucchero; la mia era dolcificata con polpa di mela (320 gr)
un pizzico di sale
ho aggiunto una puntina di semini di vaniglia
150 gr di buon cioccolato fondente bio a 70% per la copertura
Accendere il forno statico a 140°.
Mescolare insieme tutti gli ingredienti secchi e separatamente tutti i liquidi.
Unire i liquidi ai secchi e mescolare bene con una frusta.
Versare in teglia da 24 cm oliata ed infarinata (meglio se con cerchio apribile). Infornare per 25 minuti, quindi alzare la temperatura a 160° e cuocere per altri 20 minuti.
(Questo, mi ha insegnato Barbara, farà lievitare la torta uniformemente senza farle fare una gobba a vulcano, con tanto di crepa, sulla sommità. Meravigliosa amica, funziona eccome!)
Nel caso risulti ancora bagnata alla prova stuzzicadenti, alzare il forno a 180° e cuocere per altri 5-7 minuti .
Lasciar raffreddare c-o-m-p-l-e-t-a-m-e-n-t-e.
Tagliare a metà e farcire con la marmellata di albicocche.
La glassa solitamente è fatta con il fondente mescolato a burro e/o panna oppure ad uno sciroppo di zucchero.
Ovviamente ho preferito non utilizzarli, vista la ricetta. Miravo pure a non avere comunque una glassa troppo rigida e croccante, rispetto all'impasto, come sarebbe accaduto nel caso avessi usato solo cioccolato fuso.
Quindi ho sciolto il cioccolato a bagnomaria a fuoco dolce.
Vi ho aggiunto un paio di cucchiai di olio di mais ed altrettanti di panna vegetale (ne avevo di miglio da terminare, ma andrà bene quella di riso o quello che preferite; il sapore non inciderà sul risultato finale).
La consistenza ed il sapore finale andavano bene, ma la glassa non è rimasta lucida, nè facile da stendere, impedendomi di potervi scrivere sopra.
Ecco, su questo punto insomma, dovrei migliorarla.
Avete suggerimenti?
E' però davvero buonissima, anche se, va bene, non è più una vera Sacher.
- Continuiamo così. Facciamoci del male. -
:-)
:-)