Uno dei primi dubbi di un neofita che si avvicina alla macrobiotica sono i tempi di preparazione delle pietanze e le restrizioni riguardo ai dolci.
Come voi anch'io vivo e lavoro, percui non crediate che ogni giorno mi metta, ad un'ora dal pranzo, a cuocere riso per cinquanta minuti!
Se il riso integrale biologico è di buona qualità, ad esempio, può essere tranquillamente cotto il giorno prima e così durare un paio di giorni in frigo (in recipiente di vetro, ben coperto).
Oltre agli infiniti usi salati che la fantasia e il vostro frigo vi suggeriranno, oggi vi propongo questa cremina dolce, coccola appagante per la colazione o una merenda leggera e sana.
per 2 porzioni piccole o una grande:
100 gr di riso integrale già cotto
2-3 albicocche secche (meglio se bio, così siete sicuri che non siano trattate, come quelle che vedete ancora arancioni perchè piene di conservanti)
una decina di uvette secche
70 gr di latte di riso tiepido non zuccherato (o più a seconda della cremosità desiderata)
qualche buccetta di arancia non trattata
Frullare ben bene in un frullatore. Cospargere di buccia d'arancia secca tagliata a coltello e qualche semino di sesamo nero. Servire tiepido.
Non inorridite! Questa è la versione più povera, ma naturalmente potete aggiungere cardamomo, vaniglia, cannella, ecc. a seconda dei vostri gusti e malto (di riso) o sciroppo d'acero o malto di nocciola (assaggiatelo: altro che nutella! :-)), se proprio necessitate di maggior dolcezza e altra frutta secca come datteri o prugne (ricche in magnesio), nocciole, mandorle, sesamo (ricchi di calcio) tostati.
Io la faccio anche in versione: 2 parti di riso integrale, 1 parte di avena, 1 di orzo (del tipo mondo) che risulta molto ben bilanciata per le proprietà diverse dei tre cereali (integrali bio, mi raccomando).
Se avete un tritragranaglie o un robusto tritatutto, potete anche procedere così: polverizzate i chicchi in farina e poi cuocete "una polentina" per 30, 40 min aromatizzandola a piacere.
Se fate uso di umeboshi, una puntina in cottura aiuterà ad alcalinizzarla; è auspicabile ma non è indispensabile.
Si conserva ugualmente in frigo qualche giorno e l'averla già pronta in frigo potrà risultare utile anche, ad esempio, per inspessire una vellutata o legare un ripieno salato.
Per colazione invece può essere mangiata come una specie di budino, aromatizzata e decorata come sopra o ad esempio insieme a delle mele detorsolate, cotte in forno, con cannella e buccia d'arancia al loro interno.
La versione infine più veloce è ovviamente il porridge a partire dai cereali in fiocchi ,ma ovviamente la precottura e la fioccatura dei chicchi depauperano già molto la materia prima, mentre il chicco integrale è ancora vitale.
La questione è dunque educare il palato agli zuccheri o meglio ri-educare, nel caso di noi adulti (diventando mamma ancor più mi sono resa conto che è necessario che pratichiamo noi per primi qualsiasi stile di vita desideriamo proporre ai nostri figli!).
- Il gusto è in grado di apprendere. Per farlo ha bisogno però di tempo: servono fino a circa tre mesi affinchè il palato si abitui a quantità inferiori di zucchero (come di sale) nei cibi. -
Io l'ho dato per sottinteso molte volte, ma l'uso dello zucchero non è davvero salutare (non parlo solo del suo aspetto calorico)!
Forse qualcuno di voi potrebbe ancora non sapere che lo zucchero bianco non contiene più alcuna traccia dei nutrienti della canna da zucchero o della barbabietola, che è un prodotto raffinato come la coca (sbiancato con l’ammoniaca…) e che dà alla testa appena “entra in vena” e parimenti crea dipendenza.
Non voglio fare del terrorismo alimentare, ma soltanto condividere alcune informazioni, poichè ne siamo tutti, più o meno, inconsapevolmente vittime.
So bene che molti dolci appaiono irresistibili e sembra durissimo astenersi da quella polverina bianca (idem, comunque se è zucchero di canna), ma una volta che si vince quella dipendenza, i benefici si fanno subito sentire...
Certo, nessuno è santo. ;-)
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