lunedì 25 ottobre 2010

Frutti di bosco.


vetro e rame




agata rosa
e perle indiane




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Maculato


Pare che quest’anno il maculato, lo zebrato, insomma l’animalier faccia da padrone nelle collezioni della stagione A/I 2010...
A piccolissime dosi, per non rischiare la volgarità ed evitare il look da siùra panterona, Cobrizo lo propone così:




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L'arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore (e la pancia) di un uomo procedono in accordo.



Giacomo cresce. Ha compiuto 6 anni il mese scorso (ed io sono miracolosamente sopravvissuta alla settimana dei suoi festeggiamenti).
Senza smancerie posso permettermi di dire che sono fiera di lui, delle sue condizioni di salute e del cammino percorso finora. Credo che sia importante gioirne ogni tanto e non darlo per scontato.
Il suo svezzamento macrobiotico e la lontananza assoluta da carne e latticini fino ai tre anni (poi all'asilo ho lasciato che mangiasse con e come gli altri) ne hanno fatto un bambino sano e pieno d'energie, a dispetto di quanto dicessero pediatra e i molti scettici che credono che un bimbo debba ingurgitare sin dalle prime pappe già la carne (e ovviamente liofilizzata poichè non ha i denti! - ma non vi viene il dubbio che proprio l'assenza naturale di denti decreti l'assurdità di una dieta carnivora a questa età? - ), insieme all'olio, e pure il formaggio grana.
In 6 anni non ha fatto mai uso di tachipirina, nè di antibiotici, pur avendo pure le classiche malattie infantili, comprese alcune delle esantematiche (dal momento che non è vaccinato), ma pazientando, e tollerando la febbre come un alleato e non uno spauracchio, la reazione del suo organismo è sempre stata consistente ed efficace.
Dicevo, ora cresce... E io rifletto - e invecchio ;-) - ...
Mi ripeto dunque che non posso e non devo tenerlo sotto una campana di vetro percui è giusto che assaggi ed entri in contatto anche con tutte le cose che io solo dopo tempo, esperienze e letture ho scoperto nocive (di cui sto ancora pagando il prezzo) e che ora ovviamente lo allettano molto, visto il confronto con gli amici e i messaggi della pubblicità.
Se mangiava la carne all'asilo, poi mi diceva: - Povera mucca, mamma. L'ho mangiata perchè la maestra mi ha obbligato... - , ovviamente però ora si lecca i baffi di fronte ad una ciotola di patatine o ad un pezzetto di cioccolata (la sua torta di compleanno è stata infatti di cioccolato).
Che fare dunque?
Ha capito a sue spese che le patatine gli fanno venire una sete incredibile, così si autoregola e dice che è meglio che non le mangi la sera, perchè altrimenti rischia di scappargli la pipì a letto. ;-)
Per la cioccolata scelgo il male minore: fondente, di buona qualità, in piccole quantità, una volta ogni tanto, ma non come premio, per non associarvi quest'atavica idea del dolce come ricompensa, difficile poi da togliere.
Assaggiando ciò che gli venne offerto fuori casa, però, inevitabilmente il suo gusto del dolce è mutato ed ora apprezza meno i dolci poco dolci di un tempo.
Questo ovviamente un poco mi ha sconfortato, ma mi ripeto che Macrobiotica non significa rigidità e costrizione e questo pensiero non deve essere una fissazione, insana altrimenti quanto una dieta da mac donalds.
La coerenza non deve diventare inflessibilità, no?
Winston Churchill diceva: -Il rimangiarmi le mie parole non mi ha mai dato l'indigestione! - e John Ruskin: - L'arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore (e la pancia, aggiungo io) di un uomo procedono in accordo. -
Concordo.
Così, piuttosto di ricorrere al Mulino Bianco o che lui ci ricorra sistematicamente dalla nonna, provo a fargli dei dolci un po' più accattivanti.
Chiamiamoli i dolcini del compromesso, ;-) ottimi a merenda, anche a ricreazione.
(noi adulti abbiamo bisogno di chiamarlo coffe break) ;-)

180 gr di farina bianca
20-30 gr di fiocchi di avena tritati finemente con la farina (non avevo farina integrale in casa al momento ed ho usato i fiocchi ma ovviamente potete usare farina integrale o semintegrale)
una banana matura
125 gr di yogurt di soia
80 gr di caldarroste avanzate sbucciate
100 gr di fruttosio (poi a posteriori ho imparato che il fruttosio è proprio meglio da evitare, vedi qui)
un cucchiaio di gocce di cioccolato fondente
3 cucchiaini rasi di cremortartaro
un cucchiaio di olio extravergine
un pizzico di sale

Frullo lo yogurt con banana, castagne, olio e fruttosio. Unisco la farina mescolata con il cremortartaro e il pizzico di sale.
Mescolo i due composti brevemente e ingolosisco con le gocce di cioccolato.
Riempio i pirottini e cuocio in forno a 180° per 20 minuti.



eh no, la foto è mia, ma la bustina di dolcificante proprio no! ;-)

giovedì 21 ottobre 2010

"Lega più un vezzo che una collana"


Una promessa fatta tanto tempo fa: una collana commissionatami da Valentina, Cuoca Pasticciona




Ma voi quale significato date al proverbio del titolo?
Interpretate il termine "vezzo" come
1) abitudine, modo abituale di comportarsi: fare qualcosa per vezzo; ha il vezzo di piegare la testa quando ascolta; abitudine non bella, vizio: ha il vezzo di mangiarsi le unghie;

2) atto affettuoso: fare un vezzo a un bambino;

3) (plurale) smancerie, moine, leziosaggini: basta con questi vezzi; attrattive femminili; grazia, leggiadria: non sa resistere ai suoi vezzi;

4) monile da portare al collo, specialmente se costituito da perle o grani infilati: un vezzo di perle, di corallo, d'ambra.


Grazie Valentina, per la tua comprensiva pazienza.

lunedì 18 ottobre 2010

Rock 'n rose

Lo scorso anno lo feci così (qui), il mio romantico contributo in rosa per la Campagna per la Prevenzione del tumore al seno.
Oggi però il mio animo è PINK, sì, ma...

... ma rock!




Rock 'n Rose.
Dunque, per donne combattive*, ma non meno femminili, questi:




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* Io ne conosco due, speciali: un bacio a I. e C. se passano di qua ;-)


lunedì 11 ottobre 2010

Pizza vince su chiavetta: 3 a 1


Nutro una sorta di amore ed odio, di dipendenza e insieme repulsione per tutta la tecnologia che orbita intorno al computer e le sue applicazioni in rete.
Per distacco forzato dalla connessione a causa di questo trasloco, mi sono resa conto che si vive bene anche senza web o meglio che in molti spazi della giornata prima impiegati normalmente davanti allo schermo, ora mi è più facile davvero scegliere dichiaratamente tra il lavoro e lo svago, con risultati spesso più appaganti in entrambi i casi.
Mi dispiace però aver diradato i contatti con gli amici e i lettori e per questo motivo mi sono decisa a ricorrere ad una chiavetta, fino al momento in cui finalmente mi verrà ridata una linea fissa con relativa connessione.
C'era qualcosa che mi tratteneva, quel non so che che tirava sempre indietro, quella vocina che mi faceva sempre trovare qualcosa di meglio o di più urgente anzichè prendere la macchina e girare di operatore in operatore cercando la soluzione più adatta.
Neanche a dirlo quello che propone la pubblicità in tv è solo uno specchietto per le allodole (tra le altre cose abbiamo pure eliminato la tivù, dopo numerose riflessioni a riguardo e mi pare che anche questo abbia molti risvolti positivi, sia per Giacomo che per noi adulti, facendoci apprezzare maggiormente l'abitudine della lettura o di qualche ora di chiacchiere, coccole o sonno in più).
Salto a piè pari Tim per un'antipatia atavica risalente ad un passato contratto infelice e la mia ricerca ha inizio con un operatore Wind che mi zittisce, appena messo piede in negozio, dicendomi che la mia zona non è coperta (non abito in cima ad una montagna ma a 4 min di macchina dal centro in una zona residenziale ove altri accanto a me possiedono già l'adsl!); un altro di Vodafone mi dice che non sa che dirmi in proposito e che dovrei provare con un dispositivo prestatomi da un amico (?!), un altro infine di 3 mi vende la chiavetta, rassicurandomi sulla copertura certa, verificata da lui sul loro sito.
Per tre giorni si susseguono tentativi miei e suoi a vuoto per attivarla.
La scena della stesura e firma del contratto nello store di 3 si svolge mentre dietro di me un signore mi guarda con sguardo impietosito e manifesta rimostranze per un abbonamento mal funzionante da mesi, in tutt'altra zona della città. Ottime premesse, penso.
Ho speso ben 1h e tre quarti (non intendo in coda ma effettivamente durante tutta la procedura di attivazione in negozio) e il giorno successivo un'altra ora davanti alla porta chiusa dello stesso store quando mi sono recata nuovamente in cerca d'aiuto perchè, guarda caso, la chiavetta non funzionava. Nonostante lo store dovesse aprire alle 9.45, alle ore 11 ancora non era arrivato nessuno!
Ovviamente sia di mattina che di pomeriggio nessuno rispondeva neppure al telefono.
Il terzo giorno mi ha vista di nuovo davanti alla stessa porta, chiusa, dalle 9.45 (ora di dichiarata apertura sulla vetrofania) fino alle 11.30. Mi sono congelata perchè nelle vicinanze non c'è neppure un bar!
Ho ritrovato per la terza volta lo stesso signore conosciuto in coda il primo giorno dietro di me, di cui oramai, chiacchiera dopo chiacchiera sul marciapiede, conosco vita, morte e miracoli.
Stavo ormai per desistere, al primo starnuto, ma ha vinto la mia cocciutaggine percui, proprio mentre stavo per andarmene, è arrivato il responsabile dello store.
Benvenuto mio caro: sono le ore 11.30! Non avevo neppure più voglia di inveire.
Sono uscita dal negozio alle 12.10.
...
Ora, io mi chiedo, è possibile? Sono io che vivo in un posto dimenticato da dio (comunque un capoluogo di provincia)?
Ok, questa è la nostra italia dei servizi.

Ovviamente la chiavetta funziona a singhiozzo. Prima solo dal terrazzo. Poi solo in camera di Giacomo e, considerato che uso il computer quando lui dorme, il gioco è fatto...
Stamane mi trovo nel soppalco del sottotetto. Prima o poi mi ammazzo a salirci, visto che non c'è ancora la scala! ;-)

Impasto per disperazione 200 gr di farina bianca, 200 gr di semola di grano duro, una patata lessata e schiacciata, acqua q.b. (150-200 ml), un terzo di cubetto di lievito di birra (ben stemperato in un po' dell'acqua tiepida, un cucchiaino di sale, 3 cucchiai di olio d'oliva.
Faccio lievitare fino a raddoppio. Stendo sulla teglia del forno e lascio lievitare ancora mezz'ora. Condisco con 200 di pomodorini datterini tagliati a metà e passati in padella con olio, aglio, sale e origano e lascio lievitare ancora un quarto d'ora, giusto il tempo di portare il forno a 250°.
(Su metà teglia metto anche dei carciofi trifolati con olive e peperoncini.)
Inforno per 15 minuti e poi abbasso la temperatura e 200 per altri 5 minuti.
Nel mio nuovo forno 20 minuti sono stati sufficienti per una pizza-focaccia croccante fuori e morbida dentro.

Sto pensando di mettere in forno anche questa chiàvica di chiavetta...


domenica 10 ottobre 2010

Prove di trasmissione

#Prove di trasmissione#
Ho ceduto.
Ho acquistato una chiavetta internet.
Armeggio ed impreco...
E poi preferisco tornare a lavorare.

Impostori, tutti gli operatori telefonici.






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