Catena color bronzo a più fili, regolabile, con vetro vintage e pendaglietto di vetro a fogliolina. Le due grosse boules sono in vetro di Murano, soffiato a bocca.
L'umeboshi è un vero caposaldo a cui ogni macrobiotico che si rispetti non può rinunciare.
Non sto qui ad elencarne caratteristiche e proprietà di cui potete ampiamente leggere qui e qui, ad esempio, o in mille altri posti in rete. Testi cinesi di duemila anni fa del resto ne descrivevano già le proprietà medicinali!
Per i più l'umeboshi risulta bruttina, talvolta inquietante nell'aspetto ed eccessiva nel suo forte contrasto acido salato.
Il segreto è mescolarla con fantasia ad altri ingredienti e dosarla con parsimonia ma anche goderne per tutti quei fattori che esulano dai suoi potenziali sul piatto e nello stomaco: è fantastica - non per sapore ma per efficacia - sciolta in acqua fredda con kuzu (cos'è qui) per il suo potere alcalinizzante di tutto l'organismo. Tale preparazione prende il nome di"ume-kuzu" *.
Un altro esempio d'impiego semplicissimo dell'umeboshi?
Provate a metterne un pochino sulle punture d'insetto e lasciarla seccare! (rinnovandola all'occorrenza, ottimo e naturale anche per i bambini). Meglio ancora se, come me, avete le umeboshi in pasta, anzichè le ume intere: risulterà più facile per quest'uso ma anche in tavola, da stemperare ad esempio nei condimenti o aggiunta nell'acqua di cottura dei cereali, per alcalinizzarli. Per condire le verdure, provate a mescolarla al tahin, stemperandola bene con un po' d'acqua tiepida, magari insieme alle vostre erbe aromatiche preferite, o sperimentate anche l'acidulato di umeboshi che costituisce un'alternativa sana e gustosa, per il suo sapore agro salato, al più classico sale+aceto o limone.
Per l'alta percentuale di sale, il frutto dell'umeboshi non ha problemi di conservazione anche fuori dal frigo così può comodamente essere tenuto in un piccolo vasetto da medicinale o cosmetico vuoto e ben lavato, in borsa, per piccolo pronto soccorso fuori casa.
Potete comunque reperire in commercio anche delle piccole palline di umeboshi, anche se meno efficaci perchè meno concentrate e con piccole dosi di ume, conservate in piccoli astucci dispenser, che vanno benissimo per la cinetosi (mal d'auto, di mare, ecc. ) e tanti altri usi.
* L' "ume (shoyu) kuzu" combatte la stanchezza e aiuta nella cattiva digestione. Placa la diarrea, combatte la nausea (non intendo da gravidanza!) e rafforza il sangue.
Blocca l'inizio
del raffreddore (potenziatene l'effetto magari con un po' di zenzero grattugiato!), dell'influenza e, se già conclamati, ne
allevia i sintomi e ne abbrevia la durata.
Si prepara così:
1 tazza di acqua fredda
1 cucchiaino colmo di kuzu sciolto in un po' di acqua fredda prelevata dalla tazza
1/2 prugna umeboshi (o mezzo cucchiaino in polpa)
qualche goccia di shoyu
Aggiungere il kuzu stemperato nell'acqua fredda e la prugna umeboshi all'acqua fredda.
Mettere sul fuoco e
portare a bollore continuando a mescolare.
Far bollire dolcemente per un paio di minuti o comunque finché il liquido diventi
trasparente e si addensi.
Togliere dal fuoco e aggiungere lo shoyu.
Bere caldo.
Nel caso di bambini omettete lo shoyu e riducete la dose dell'umeboshi.
Possedevo già le singole spezie ma averle trovate ben miscelate e calibrate in questo melange profumatissimo mi ha convinto a prenderlo senza esitazioni.
Chiamata anche "5 spezie", la "5 profumi" è un mix di spezie che unisce cannella, coriandolo, chiodi di garofano, paprika, zenzero, finocchio e badiana (anice stellato).
Adatta per le marinature nella cucina cinese, si sposa a piatti di carne e pesce. Si accorda meravigliosamente con verdure come il peperone, zucchina, melanzana insieme a coriandolo, zenzero ed erba cipollina freschi.
Io però ho fatto una marmellata di albicocche (senza zucchero, sì, ma dolcificata con malto e addensata con agar agar) e l'ho profumata con zeste di limone e queste 5 meraviglie.
Non sto a dirvi quale sia il profumo che aleggia in casa...
Penso che sarà buonissima sia per usi dolci che salati, visto il dolce acidulo dell'albicocca.
ps: se si desidera conservarla a lungo basta cuocerla poco e poi sterilizzarla a bagnomaria per 10-15 min. a seconda della dimensione dei vasetti (invasata bollente in vasetti altrettanto sterilizzati, ovviamente). Reggerà benissimo nel tempo: ne ho di tre anni fa, buonissima ed intatta, garantisco! (vedi qui)
Se la voglia di lavorare è pochina, la voglia di cucinare, in questi giorni, è ancora meno. Zucchine e fagiolini però non sentono ragioni e straripano dal frigo, provenienti dagli orti delle nonne che non concedono tregua e sparano "proiettili verdi" quotidianamente! Curati, attesi ed agognati per un anno, cominciano poi anche a risultare quasi un po' antipatici, per la loro invadenza... Allora non resta che ingegnarsi per inventare sempre nuove forme, per declinare queste due "cose verdi"in nuovi piatti, se ancora fosse possibile, chiedendo a sè stessi pure il prodigio di compiere la magia nel minor tempo possibile.
Questa è la volta del fagiolino.
Le dosi quindi sono un po' ad occhio perchè anche l'uso della bilancia è troppo impegnativo! ;-) Sarà stato mezzo chilo di fagiolini freschissimi appena colti nell'orto (ancora caldi dal sole), gettati in due dita di acqua bollente leggermente salata, insieme a due spicchi di aglio. A parte ho lessato due manciate di fagioli freschi (congelati privati di bacello) con una foglia di alloro. In un cucchiaio d'olio ho rosolato un tritino di cipolla, carota e sedano e ripassato i fagioli cotti. Una volta insaporiti, li ho frullati con appena un'idea di salvia e rosmarino (non troppa!). Salato e pepato q.b. Ho frullato i fagiolini, ma un po' grossolanamente, quindi unito questo passato a quello molto fine dei fagioli. Ho servito freddo con un filo di olio d'oliva (il mio era bio veronese) e un pizzico di anice stellato tritato, per un tocco nuovo.
La furbizia è stata in realtà trovare nel frigo (accanto alla scorta di fagioli interi) una buona dose di passato di fagioli opportunatamente già preparata e congelata a suo tempo. ;-) In barese, una delle nonne avrebbe detto "Stipa ca truova".
L'elefante rosa dello sfondo non è opera mia, ma di Giacomo.
Ancora su Parigi. Trovo finalmente il tempo per riordinare qualche appunto di viaggio, giusto come promemoria per me. Forse però così potrà risultare utile anche a qualcuno di voi, chissà...
Amo la disponibilità e l'offerta di world-food delle grandi metropoli! Sebbene ci si trovi nella patria dell'haute cuisine, non è facile però per dei macrobiotici a Parigi evitare burro, formaggi e carne... ;-) Quando ci si riesce, con un po' di oculatezza, accade talvolta di assaporare vere bontà , magari pure in angolini incantevoli...
Questi piatti colorati, (assiette complet au tempeh in primo piano e assiette complet à l'avocat l'altro, con tè al gelsomino) provengono ad esempio da Le 5 saveurs d'Anada (specialites vegetariennes et macrobiotiques) che ben ha soddisfatto le aspettative suggeritemi dalla mia cara Petula.
72 rue du Cardinal Lemoine Metro: Cardinal Lemoine tel. 01 43295854 chiuso il lunedì
Un'altra piacevole alternativa è Le Gran Appètit, a sud della meravigliosa Place des Vosges: ristorantino con negozietto annesso (con pane, dolci e prodotti bio e macrobiotici e piccola attrezzatura per cucina macrobiotica o giapponese), nonchè piccola libreria in tema.
9, Rue De La Cerisaie Metro: Bastille tel. o1 40 27 04 95 (chiuso sabato e domenica sera)
Micro ristorantino non macro(biotico), bensì giapponese, che offre una deliziosa varietà di pesce, soprattutto a cena (o menù più economico a pranzo con due entrée, un plat complet e un dessert a scelta) è Chez Miki, tra l'Opéra e la Bibliothéque Nationale, già segnalato da Kja. Non immaginatevi un posto "laccato & leccato"ma l'equivalente piuttosto di una piccola osteria un po' "lezzona" con sei sette tavoli, gestita da due simpatiche ragazze che effettivamente riescono a fare piccole magie in uno spazio tanto ristretto.
5, rue de Louvois Metro: 4 septembre o Pyramides (chiuso lunedì e domenica a pranzo)
Altro grazioso ristorante vegetariano Le Grenier de Notre Dame, ricco di verde anche all'interno:
si trova in rue des deux Ponts 17 - Ile de Saint Louis, tel. 01 46346041 (ma anche in una seconda sede in rue de la Bucherie 18 01 43299829). Le foto dei piatti? Eh, me ne sono ricordata sempre e solo a piatto finito! ;-) L'ho detto che non sono una food blogger, ma solo una buona forchetta, no?
Impagabile streetfood da L'As du Fallafel. Indimenticabili pita ripieni di falafel e melanzane fritte e verdurine fresche che non richiedono ulteriori commenti, al di là del nome che è davvero una garanzia (anche per Lenny Kravitz, pare, dalle foto appese recentemente alle pareti ;-). Oltre al takeaway, possibilità di mangiare anche all'interno, seduti e serviti da simpatici ed efficienti ragazzi.
questa foto da flick
34, rue des Rosiers tel: o1. 48876360 chiuso sabato
Lì poco distante, in rue des Ecouffes 24, la storica panetteria ebrea Sacha Finketsztajn (nella foto sotto a destra) per qualche dolcino kasher (o kosher, secondo la dizione yiddish) o Au Levain du Marais ottimo pane di segale con l'uvetta, in rue de Turenne 32.
Per lo shopping non posso che segnalare attività che riguardino ancora i miei piaceri. Negozietto di spezie Izraël, chiamato anche il mondo delle spezie (nella foto sopra a sn), piccolo ma zeppo di specialità, in rue François-Miron 30 (Metro: Saint Paul)
Se siete amanti della senape, imperdibile la Boutique Maille in Place de la Madeleine:
meraviglioso assortimento di più di trenta tipi di senape, vinaigrette ed aceti, anche in piccole confezioni, ideali per assaggi o per regali. Qualche esempio? Con arancia e zenzero, albicocca e curry, limone ed harissa, olive e lemongrass, fichi e coriandolo, cassis di Dijon, succo d'uva e miele, ecc...
Fantastico magazzino su due piani di materiale per cucina e pasticceria professionale e non: Dehillerin. Vecchi scaffali in legno e attrezzi appesi al soffitto. Oggetti di tutte le taglie, dalla normale alla maxi, per grande ristorazione: un incanto per gli occhi!
Per gli appassionati del genere tanti salon du té: giusto per sceglierne uno, anche se un po' snob (ma sennò che francese è? ;-) Mariage Frères dove si può anche pasteggiare anche con ricette a base di tè (es.Noisette de lotte, sauce pamplemousse au thé Ylang Ylang o Tartare de Saumon au thé Matcha) o far merenda con un dolce (ma, attenzione, sicuramente non macrobiotico!). Non certo economico, ma merita almeno una visitina.
5, rue du Bourg-Tibourg tel. 01 43471854
Questa volta ho apprezzato per gli acquisti, meno ricercato e con un'allure più orientale, La Route du Thé. Ampia selezione di té puri o profumati affiancata da un variegato assortimento di porcellane, teiere ed altri accessori. Vi ho trovato un buonissimo Risheehat Darjeeling first flush ed un inebriante Grand Jasmine Celest!
questa foto dal sito
5 rue de la Montaigne Ste Geneviève (ma anche in rue Mademoiselle 2 e in rue Lacépède 14) vedi qui
Neanche a farlo apposta, solo appena ritornata, ho scoperto nuove segnalazioni di posticini che mi sono mangiata le dita di non aver visitato... Vabbè, vorrà dire che BISOGNERA' ritornarci! ;-)
Dopo una manciata di giorni trascorsi al mare tra qualche goccia di pioggia, un'afa improvvisa e un esercito di zanzare, ritorniamo a casa, più stanchi di prima.
Giusto il tempo per disfare le valigie, fare qualche lavatrice, organizzare un servizio incrociato di babisitteraggio nonnesco a prova di bomba e rifare le valigie. Dopo interminabili scavi nella sabbia, tonnellate di secchielli pieni d'acqua, formine multicolor, e odiosissime giostrine mangiasoldi, qualche giornata ora spetta fortunatamente anche a noi: quasi come fidanzatini in totale libertà, come da un po' non succede. Come dimenticarsi di tutto e di tutti, girando naso all'insù, sotto un cielo che pare londinese, camminando fino allo sfinimento, ritornando nei posti più cari per ritrovare sapori indimenticabili e cercando e spulciando angoli nuovi a caccia di perle e cosine vezzose per le mie creazioni...
Queste sì che son vere vacanze!
E mi spiace se vi deludo: la giusta dose di nostalgia, ma niente senso di colpa per chi questa volta rimane a casa. Ce n'era davvero bisogno per tutti e tre! Per quanto mi riguarda, come ha detto una mia cara amica: -De vez en cuando necesito la dosis de ciudad!-