Ciao luna Tao.
Chi mi segue da tempo sa che non sono vegana anche se idealmente mi piacerebbe che il mio rispetto universale mi portasse a tanto. Sono tendenzialmente macrobiotica, ma ultimamente non amo neppure usare tali definizioni per parlare di persone e di cibo perchè queste sono davvero troppo limitative. Talvolta il termine macrobiotica mi serve per far capire sinteticamente che non sono neppure vegetariana, perchè mangio il pesce, ma, a differenza di vegetariani e vegan, cerco di non mangiare lo zucchero, le uova, i latticini.
La macrobiotica però è molto di più e mi piace per questo (perchè se davvero la si conosce si comprende che in realtà non vieta proprio nulla), ma non è a questo a cui pensavo mentre disegnavo oggi...
Mi andava invece di fare alcune riflessioni circa i pregiudizi che spesso tutti noi abbiamo nel confronti di coloro che sentiamo diversi da noi e le forme di fanatismo che talvolta le idee, seppur valide, prendono.
Il diverso spaventa, mette in discussione, richiede di fare una scelta e poi pretende coerenza, tenacia, ma anche rispetto, tout court.
Avevo leggiucchiato qua e là in rete di una vip vegana italiana che aveva fatto un esperimento ecologico: si era prefissata di vivere per qualche mese ad impatto zero.
Sì, vabbè, forse direte voi, come ho pensato all'inizio io, la solita trovata eclatante, fine a se stessa fatta da una che vive a Milano e lavora pure nel mondo della moda, della musica e spettacolo... Che senso ha fare un gesto del genere, trascinando figlio piccolo e padre anziano in una crociata che mi pareva solo un isolato colpo di testa plateale?, mi chiedevo. L'ennesima radical chic che ha tempo da perdere e si è svegliata un giorno con l'idea di farci una ramanzina sull'ambiente? La versione de noialtri di
Leo Hickman?
Il personaggio in questione mi era pure sempre stato simpatico in realtà (è una bella donna, briosa e piena di capacità professionali), poi di recente l'ho sentita anche parlare in una grande convention a riguardo e mi son piaciute pure la sua sicilianità infarcita di energia positiva e la sua facile comunicatività piena di ottimismo e, sì, così mi sono ricreduta: ho comperato subito il suo libro e mi è piaciuto!
Mi son detta: Roberta, vedi come eri stupidamente prevenuta pure tu, pur masticando da tempo di questi temi e questa sorta di cibo?
Lei si chiama
Paola Maugeri e il titolo è "La mia vita ad impatto zero"
E allora ben venga un messaggio così risonante se ha da essere un esempio e un modo per risvegliare menti assopite o menefreghiste per sottrarsi dalla logica: "Work, buy, consume, and die" (= Lavora, compra, consuma e muori)
Era nel film Fight Club che si recitava qualcosa che suonava più o meno così: "Ci affanniamo per comprare cose che non ci
servono con soldi che non abbiamo per impressionare persone che non ci
piacciono"?
Paola ci esorta a riflettere sui nostri ritmi di vita e lo fa parlandoci anche di alimentazione perchè "meno benessere porta più ben vivere" e mangiare raffinato non significa davvero essere più raffinati ed evoluti.
Se l'intelligenza creatrice ci ha dato la possibilità di studiare e comprendere il nostro potere di critica individuale, - ci ricorda - abbiamo il dovere di essere presenti alla nostra vita, ed essere consumatori critici.
Ecco perchè mi piace chi parla di e consuma cibo in un certo modo, prediligendo la semplicità, la genuinità e la misura, cercando nel contempo di evitare l'arroganza che talvolta hanno coloro che in questo ruolo si ergono da "illuminati" e che vorrebbero evangelizzare il mondo.
[Mi auguro sempre che il nostro progetto di
Salutiamoci non scivoli in questo errore! ;-)]
Non è solo mangiare in un certo modo che ci salvaguardia dallo stare male. Mangiare in un certo modo ci permette un equilibrio diverso e migliore. Il cibo nutre il nostro sangue, il sangue nutre le nostre cellule, le nostre cellule danno vita ai nostri pensieri, ricorda anche la Maugeri (non è fantascienza, credetemi: millenni di Medicina Tradizionale Cinese documentano la correlazione tra i 5 elementi, il sistema di organi ed emozioni ad essi associate sottolineando che una buona alimentazione va a ripercuotersi positivamente tanto sul nostro corpo che sulla nostra mente).
Il mondo può essere cambiato a partire dal cambiamento del singolo: una persona alla volta (come dice il buddismo) e con piccoli passi può operare una rivoluzione lenta, ma profonda, e le prime artefici di questa rivoluzione siamo noi donne, femmine, che possediamo il più grande potere, in cucina.
Noi abbiamo il potere di mantenere in vita o di far morire la gente che amiamo! (Michio Kushi). Il nostro regno è la cucina e qui possiamo fare la nostra rivoluzione, tre volte al giorno, nel piatto: "Change the world three time a day!"
Noi dobbiamo essere l'azione, dobbiamo far parte della soluzione, non del problema, prosegue la v.j.
L'alimentazione sana e biologica non è cosa solo per pochi eletti: comperare cereali integrali e legumi è la base e non costa davvero molto. Ciò che costa è abolire il superfluo, (quando questo diventa un'abitudine e non più uno sfizio ogni tanto), e cercare sistemi alternativi per fare la spesa (come i G.A.S.), ad esempio, e ancora leggere le etichette, riflettere prima di riempire il carrello di prodotti industriali, ecc...
Essere attenti all'ambiente non vuol dire essere rinunciatari, nè timorosi di possibili incongruenze nel nostro percorso di crescita e di miglioramento, perchè questo è lento e può durare una vita, senza dever essere giudicanti e punitivi.
La vita può e deve essere piacevole e godibile, anche se ci si pone un fine nobile, senza dover essere troppo rigidi con sè stessi, ma anche senza curarci di coloro che staranno comunque ad aspettare e condannare sempre l'umanità dei nostri errori!
Brava Paola!
qui vi consiglio di ascoltare integralmente il suo intervento all'OK Expo 2012 Sana Editio,
(anche se ve ne ho già anticipato i passi salienti),
comunque anche se non foste vegan o non vi risultasse simpatica questa categoria.