Non so suonare. Non so ballare.
Solo - e poco e come riesco - muovere la matita ed il pennello sulla carta, mentre ad esempio ora sto ascoltando questo:
In tanti pensano che i disegni acerbi ed incerti vadano tenuti in un cassetto. Non dico che abbiano torto.
Solo che io sento che devo mettere in atto la strategia opposta con me stessa. Altrimenti chiuderei anche tutta me stessa in quel cassetto. E un metro e settantaquattro ci starebbe scomodo dopo un po', effettivamente.
Non c'è un sistema che funzioni per tutti uguale.
Disegnare ogni volta è un rischio, è esprimere un segno per fermare un istante, è metterci la faccia, anche disegnando solo i piedi. È accettare anche gli errori e le paure.