venerdì 20 marzo 2020

Dammi quella tua bocca

"Dammi quella tua bocca, il secolo che serve per sentirla tutta con le mie labbra per accarezzarla con la cautela di tutti e cinque i sensi. 
Dammi quei tuoi occhi. Mi sentono, mi serve. 
Dammi il secolo che serve per sentire il velluto dei tuoi occhi.
Riempimi del rumore di te, ingombrami dell’odore. 
E dopo dimmi questo che cos’è.
Dimmelo con una luce o col colore.
Le nostre labbra parole non ne hanno."







Questa donna era nata in totale libertà sulla carta, un po' di tempo fa.
Avevo donato il disegno d'istinto agli occhi belli di Federica.
Poi me ne ero perfino scordata, come ultimamente spesso mi accade con alcune piccole cose (e certo non perché sminuisca cose o gesti, ma per ben altri motivi indipendenti dalla mia volontà).
Ieri però Federica mi ha stupito e commosso all'improvviso, così, inviandomi questo testo scritto appositamente.
Abituata a lavorare da sola, amo tanto farlo invece con qualcuno anche che magari conosco poco, ma che già mi piace.
Due teste e due mani si possono incontrare lì, a mezz'aria, e regalare un terzo nuovo sentiero, inaspettato.
Grazie Federica.

martedì 17 marzo 2020

Frolla leggera all'arancia





Giallo!
Nel Buddismo è simbolo di saggezza. In Cina era associato all’imperatore e tutt’ora alla nascita, alla salute, alla forma, alla socievolezza, agli scambi, alla comunicazione. 
In Giappone rappresenta grazia e nobiltà.
Insomma oggi direi che giallo ci sta bene!

Allora mi sono inventata una torta di transizione, uscendo dall'inverno, ma sfruttando ancora le sue arance ed impiattata con i primi fiori primaverili della forsythia che è tutto uno scoppio di colore energetico e bellissimo.

Tutto qui. (talmente in velocità che non ho neppure raddrizzato le foto)
Io vorrei tanto gustarla con due tre persone a me davvero speciali, ma lo faremo solo telepaticamente.

Alla nostra salute, è proprio il caso di dirlo! 



Se gradite un'altra ricetta di torta ancora più sana e pure vegan, guardate QUI



ingredienti:
300 gr di farina
2 uova intere bio
50 gr di zucchero
60 gr di burro bio
un cucchiaio colmo di fiocchi di avena tritati grossolanamente (facoltativi, ma io volevo una nota scrocchiarella)
1 bustina di cremortartaro o di lievito per dolci
un pizzico di sale
buccia di 1 arancia non trattata, grattugiata
marmellata qb (la mia è di arance senza zucchero, dolcificata con mele) direi su per giù 300 gr ma a secondo del tipo e dei vostri gusti.

Accendete il forno a 180 gradi (statico, non ventilato). 
Imburrate una teglia.

Se possedete il Bimby, ci metterete un attimo a farla: mettere zucchero, farina, buccia di arancia e fiocchi e tritate; unite burro e tritate nuovamente. Unite le uova e alla fine il lievito. Dividete in due l'impasto, metà per la base, su cui metterete la marmellata; la restante metà, sbriciolata, sopra.

Altrimenti operate come per una normale frolla impastata a mano, col burro morbido. E se volete fateci le striscioline o tutti i ghirigori che gradite.

Io non ho neppure atteso il tempo di riposo della frolla in frigo, prima di stenderla, visto che avevo deciso di farla un po' morbida e per questo di metterci il lievito.

Ho cotto in forno per 20/25 min. 






domenica 1 marzo 2020

"Donna, Domĭna"

Prende il via oggi il progetto "Donna, Domĭna", di Muri Di Versi e Maison Ventidue, di Bologna, per cui sono felice d'essere stata selezionata: la forza e la fragilità di trentuno voci femminili della poesia nazionale e internazionale raccontate dalle matite e i pennelli di altrettante illustratrici.
Da oggi, 1 marzo, tutti i giorni, puntualissimi alle ore 11, seguendo le pagine di cui sopra su Facebook, potrete scoprire cos'è questo concentrato di interpretazioni molteplici e incontri affascinanti.


Oggi ho l'onore di dare il via io al progetto col mio contributo disegnato per il testo assegnatomi di Susana Chávez, poetessa e attivista messicana, conosciuta come autrice dello slogan "Nunca más", non una (morta) di più, usato dagli attivisti per manifestare contro il massacro delle donne di Juárez:





"Donna ascia"

Donna
lontana,
improbabile
mascherata di ragione,
forza senza sangue.
Piccola incantatrice nata dalle sue tempie
che chiamano dubbio.
Profondità dell’intimo che non conosce maniere
accattivante con i suoi silenzi.
Atroce,
irresistibile, il desiderio di mordere la notte
che barcolla tra delusioni
impreziosita da racconti
immobile nella distanza.
Donna istante,
ascia
che trascini,
che tagli lingue e le spargi
nella mano di Dio che si contorce dalle risate con te.
Fuggitiva dalla tua cattura andrò via
sapendo perfettamente
che sei invincibile.