Mentre il forno è ancora caldo, dopo aver cotto il pane (la mia pasta madre è ancora viva), approfitto per fare un contorno veloce, ma buono buono.
2 grossi cespi tagliati di radicchio tardivo di treviso (o il più economico veronese)
1 cucchiaio di lievito in scaglie bio*
1 cucchiaio di germe di grano bio
1 cucchiaio di farina di mais fine (es. fioretto)
1/2 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di erbe provenzali
2 cucchiai di olio e.v.o.
Preriscaldare il forno a 200°.
Versare l'olio sul fondo di una teglia antiaderente. Intingervi da entrambe le parti il radicchio lavato e tagliato in quattro, rigirandolo ed ungendoloper bene.1 cucchiaio di germe di grano bio
1 cucchiaio di farina di mais fine (es. fioretto)
1/2 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di erbe provenzali
2 cucchiai di olio e.v.o.
Preriscaldare il forno a 200°.
Mescolare lievito, germe di grano, farina di mais, sale e erbe aromatiche e cospargere con questo misto di polvere aromatica il radicchio.
Cuocere in forno a 200° per 20-30 min
* il lievito alimentare si distingue dal normale lievito di birra per panificazione per essere costituito da cellule della specie Saccharomycies cerevisiae idoneamente essiccate e prive di effetto fermentativo. Viene prodotto in modo naturale su colture di melassa.
Come per il germe di grano, anche questo lievito, per preservarne tutte le sue preziose proprietà, non dovrebbe essere usato in cottura. In questa ricetta quindi ha il solo scopo di insaporire e gratinare, ma è buonissimo anche spolverato sopra la pasta, i cereali, le verdure, ecc.
Come per il germe di grano, anche questo lievito, per preservarne tutte le sue preziose proprietà, non dovrebbe essere usato in cottura. In questa ricetta quindi ha il solo scopo di insaporire e gratinare, ma è buonissimo anche spolverato sopra la pasta, i cereali, le verdure, ecc.
Secondo Giuseppe Maffioli ("La cucina Trevigiana" Franco Muzio Editore) a inventare il radicchio di Treviso sarebbe stato uno straniero. Il merito di aver introdotto la forzatura, il metodo di imbianchimento del radicchio sarebbe di Francesco Van den Borre, capostipite di una famiglia di vivaisti che ancora opera nel Trevigiano, giunto nella provincia veneta dal Belgio nella seconda metà dell'ottocento. A Dosson Van den Borre lavorò, secondo Maffioli, all'allestimento del parco di una Villa, e non è improbabile, dunque, cha abbia applicato alle cicorie locali le tecniche di imbianchimento già in uso in Belgio per l'ortaggio noto come " insalata belga "..... "
In occasione della Mostra del Radicchio rosso di Treviso 1980 a Preganziol (TV) un famoso poeta locale Tito, scrisse una bellissima poesia del titolo "Elogio al radicio trevisan verossia bisteca de campo " in dialetto trevisano e vi riportamo di seguito la strofa finale:
In occasione della Mostra del Radicchio rosso di Treviso 1980 a Preganziol (TV) un famoso poeta locale Tito, scrisse una bellissima poesia del titolo "Elogio al radicio trevisan verossia bisteca de campo " in dialetto trevisano e vi riportamo di seguito la strofa finale:
" .... Mi ve suplico; de 'sto radicio, 'no stemo perdar ea rassa anzi! coltivemoeo co' passion pa' portarlo in piassa a tera xe questa; che i diga quel che i vol! el radicio rosso xe nato fra Dosson e Pregansiol ! el xe sta portà da un sior vegnuo da Gand ringrasiemoeo, 'l ga asà un gran patrimonio tra e nostre man. ........ "
Traduco?
;-)
"Io vi supplico; di questo radicchio, non perdiamo la razza, anzi! coltiviamolo con passione per portarlo in piazza; che dicano ciò che vogliono: il radicchio rosso è nato tra Dosson e Preganziol! è stato portato qua da un signore venuto da Gand (Belgio). Ringraziamolo! Ha lasciato un patrimonio nelle nostre mani!"...
immagini e aneddoto da http://www.vandenborre.it/
Traduco?
;-)
"Io vi supplico; di questo radicchio, non perdiamo la razza, anzi! coltiviamolo con passione per portarlo in piazza; che dicano ciò che vogliono: il radicchio rosso è nato tra Dosson e Preganziol! è stato portato qua da un signore venuto da Gand (Belgio). Ringraziamolo! Ha lasciato un patrimonio nelle nostre mani!"...
immagini e aneddoto da http://www.vandenborre.it/