Ancora tanti auguri di buon anno, tanti buoni vecchi propositi e...
qualche nuova proposta per l'ultima serata 2009.
A presto!
info qui
mercoledì 30 dicembre 2009
lunedì 28 dicembre 2009
Oche non si nasce ma... si diventa!
Dal titolo magari voi pensavate ad una ricetta con l'anatra, eh? No, no.
Le vacanze di Natale nei miei ricordi sono affollate da partite interminabili di Monopoly.
Giacomo è ovviamente ancora troppo piccolo per districarsi tra Vicolo Stretto e Parco della Vittoria, Società dell'acqua potabile e la Prigione.
Così la mia memoria deve pescare ancora più a ritroso...
Ci armiamo di foglio bianco e disegno un Gioco dell'Oca!
I giocatori sono impazienti e non mi lasciano il tempo per acquarelli e pennelli.
- Mamma sbrigati! - - Ma cosa si mangia stasera per cena? -
(- ma chi me l'ha fatto fare? -)
I pennarelli devono correre veloci e concludere il labirinto prima di notte.
Les jeux sont fait
ps: chi di voi si ricorda da quando si tira con un dado solo? Giocavate pagando una posta pecuniaria? vi risulta che facendo 9 al primo tiro e finendo quindi nella prima casella con l'oca si vinca direttamente la partita?
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venerdì 25 dicembre 2009
Auguri cobrizolosi ;-)
Avevo mille buoni propositi per questi giorni tra cui trovare il tempo di fare un'illustrazione, dopo tanto tempo e farvi qui i miei auguri disegnati. Solo ora invece arrivo qui, a giochi fatti...
Fortunatamente ho un "assistente" d'eccezione che mi concede di rimediare forse un poco, senza rinunciare alla nota colorata. Condivido così con voi questo disegno di Giacomo che a sua volta mi ha omaggiato:
Fortunatamente ho un "assistente" d'eccezione che mi concede di rimediare forse un poco, senza rinunciare alla nota colorata. Condivido così con voi questo disegno di Giacomo che a sua volta mi ha omaggiato:
si noti la renna in alto a sn ;-))
Il nostro tormentone di questi giorni è questo:
"Faremo un bel pupazzo
con gli occhi di bottoni
il naso di carota
la sciarpa a penzoloni,
in mano avrà una scopa
che perde un po' di paglia
ci lanceremo palle
sarà una gran battaglia.
Andremo sulla slitta
veloci più del vento,
faremo scivolate,
che gran divertimento."
con gli occhi di bottoni
il naso di carota
la sciarpa a penzoloni,
in mano avrà una scopa
che perde un po' di paglia
ci lanceremo palle
sarà una gran battaglia.
Andremo sulla slitta
veloci più del vento,
faremo scivolate,
che gran divertimento."
A tutti coloro che passano di qua
i miei auguri più luccicosi per queste feste!
i miei auguri più luccicosi per queste feste!
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martedì 22 dicembre 2009
lunedì 21 dicembre 2009
Colazione sotto l'albero
Come sia potuto succedere ancora non si sa, ma a tutt'oggi in casa deve ancora entrare un panettone.
Per calarsi un po' di più nell'atmosfera e preparare una colazione profumata, Cobrizo si attrezza per sfornare un pane dolce. Niente a vedere però con pandoro e panettoni superconditi che pullulano in rete ovunque, in questi giorni. Per quelli ha già dato, sia come consumatrice che come produttrice con la sua pasta madre, prima che spirasse.
Già se ne era scordata, ma lo scorso Natale aveva fatto questo suo dolce natalizio, qui.
Ora lo riproduce, con leggere varianti:
200 gr di farina bianca
70 gr di farina di farro integrale
100 di burro di soia bio
100 di miele d'arancio (o malto di riso o grano)
70 gr di uvetta
60 gr di mandorle tritate
30 di scorze d'arancia candite
200 gr di latte di riso
1 cucchiaio di mélange pour pain d'épices*
1 cucchiaino di cannella
una bustina di cremor tartaro
un pizzico di sale
Sciogliere il malto (o il miele) nel latte di riso intiepidito.
Mescolare le due farine con il sale, le mandorle e le spezie e il burro ammorbidito.
Unire il latte, le uvette, i canditi e per ultimo il cremor tartaro.
In forno a 170°, per un'ora.
Il pain d'épices mi piace, ma non mi convince mai del tutto per la sua consistenza un po' monotona e spugnosetta che alla fine ti obbliga sempre a spalmarlo con qualcosa. Questo invece è risultato molto morbido e già sufficientemente ricco di sapore e consistenze diverse.
Un'alternativa golosa anche qui
P.S. di gennaio 2010: per una volta che ho usato il miele...
ho scoperto che il miele in cottura diventa tossico (ad es. QUI ), quindi forse è meglio continuare ad usare il malto!
Per calarsi un po' di più nell'atmosfera e preparare una colazione profumata, Cobrizo si attrezza per sfornare un pane dolce. Niente a vedere però con pandoro e panettoni superconditi che pullulano in rete ovunque, in questi giorni. Per quelli ha già dato, sia come consumatrice che come produttrice con la sua pasta madre, prima che spirasse.
Già se ne era scordata, ma lo scorso Natale aveva fatto questo suo dolce natalizio, qui.
Ora lo riproduce, con leggere varianti:
200 gr di farina bianca
70 gr di farina di farro integrale
100 di burro di soia bio
100 di miele d'arancio (o malto di riso o grano)
70 gr di uvetta
60 gr di mandorle tritate
30 di scorze d'arancia candite
200 gr di latte di riso
1 cucchiaio di mélange pour pain d'épices*
1 cucchiaino di cannella
una bustina di cremor tartaro
un pizzico di sale
Sciogliere il malto (o il miele) nel latte di riso intiepidito.
Mescolare le due farine con il sale, le mandorle e le spezie e il burro ammorbidito.
Unire il latte, le uvette, i canditi e per ultimo il cremor tartaro.
In forno a 170°, per un'ora.
Il pain d'épices mi piace, ma non mi convince mai del tutto per la sua consistenza un po' monotona e spugnosetta che alla fine ti obbliga sempre a spalmarlo con qualcosa. Questo invece è risultato molto morbido e già sufficientemente ricco di sapore e consistenze diverse.
Un'alternativa golosa anche qui
P.S. di gennaio 2010: per una volta che ho usato il miele...
ho scoperto che il miele in cottura diventa tossico (ad es. QUI ), quindi forse è meglio continuare ad usare il malto!
domenica 20 dicembre 2009
mercoledì 16 dicembre 2009
Zuppa di castagne e cavoletti
Freddo? Venti siberiani?
E allora che grano saraceno sia.
Alimento molto energetico e nutriente (ricco in ferro, vitamina B, vitamina E e magnesio), con proprieta' riscaldanti e quindi particolarmente adatto all'uso nei paesi freddi, oggi, in versione zuppa!
Facilissima e corroborante.
L'abbinamento è altrettanto invernale: castagne, cavoletti di bruxelles e cipolle.
Io amo cucinare le castagne nel forno (in mancanza di caminetto) così sono più gustose ma soprattutto più facili da sbucciare che lessate. Se ne avanza poi una manciata, l'indomani può sempre essere utilizzata per un dolce, un risotto o appunto una zuppa come questi.
Le dosi sono assolutamente ad occhio.
Ho rosolato una cipolla a dadini in poco olio in una pentola di coccio. Ho unito una vaschetta di cavoletti mondati e tagliati a spicchi, uno spicchio di aglio, qualche dadino di seitan affumicato, (facoltativo), un rametto di rosmarino, acqua calda q.b e un cucchiaino di questo.
(Anche qualche fungo secco potrebbe starci bene, direi)
Al bollore ho versato un pugnetto di grano saraceno e lasciato cuocere dolcemente per 20-30 minuti.
Servito con pepe macinato al momento.
sabato 12 dicembre 2009
venerdì 11 dicembre 2009
Rosa antico, viola, prugna...
vetro vintage e nuovo, rose and purple jasper, cristallo, perla lunga di vetro di murano
soffiato a bocca da maestro muranese, rame anallergico
soffiato a bocca da maestro muranese, rame anallergico
info qui
lunedì 7 dicembre 2009
Farinata di ceci con peperoni e cipolle di tropea
Ingredienti mediterraneissimi, ma con un più caldo tocco orientale: a spicchi come antipastino, semplice secondo o per farcire del buon pane fatto in casa.
150 gr farina di ceci
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di semi di ajwan (o in alternativa di cumino)
1/2 peperone già cotto sotto il grill, pelato e tagliato a filetti (se in stagione, sennò sostituire con altro ortaggio od omettere)
1/2 cipolla di tropea
2 (o 3) cucchiai di olio
Mescolare con la frusta la farina, due cucchiai d'olio e acqua qb fino ad ottenere una pastella molto liquida. Lasciar riposare 2-3 ore oppure anche tutta la notte in frigo (preferibilmente rimuovendo la schiumetta che si forma sopra).
Versare in teglia antiaderente e guarnire con i peperoni cotti, gli anelli sottili di cipolla cruda, il cumino (e ancora il terzo cucchiaio d'olio, se vi pare necessario).
40 min a 180° + grill se occorre
La doppia cottura del peperone (in dose minima qui) ne equilibrerà la natura molto ying, di cui è comunque meglio non abusare (come per tutte le solanacee). E' preferibile consumarlo piuttosto in stagione calda.
150 gr farina di ceci
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di semi di ajwan (o in alternativa di cumino)
1/2 peperone già cotto sotto il grill, pelato e tagliato a filetti (se in stagione, sennò sostituire con altro ortaggio od omettere)
1/2 cipolla di tropea
2 (o 3) cucchiai di olio
Mescolare con la frusta la farina, due cucchiai d'olio e acqua qb fino ad ottenere una pastella molto liquida. Lasciar riposare 2-3 ore oppure anche tutta la notte in frigo (preferibilmente rimuovendo la schiumetta che si forma sopra).
Versare in teglia antiaderente e guarnire con i peperoni cotti, gli anelli sottili di cipolla cruda, il cumino (e ancora il terzo cucchiaio d'olio, se vi pare necessario).
40 min a 180° + grill se occorre
La doppia cottura del peperone (in dose minima qui) ne equilibrerà la natura molto ying, di cui è comunque meglio non abusare (come per tutte le solanacee). E' preferibile consumarlo piuttosto in stagione calda.
venerdì 4 dicembre 2009
Tra terra e mare
Rimaniamo in Marca trevigiana (ma non di "marchetta" si tratta, poichè si parla di nuovo di cose fatte col cuore).
Quando sono a Treviso, (come è accaduto sabato scorso che stavo allestendo la microesposizione di due post fa) e voglio farmi coccolare in un ambiente caldo e familiare, vado da Carla.
Ho bellissimi ricordi legati a questo posto: tête-à-tête romantici e rilassanti, le prime uscite a tre fuori porta con Giacomo che, dopo lo svezzamento, mangiava pasta integrale con le mani, chiacchierate emozionanti dopo cena con Carla, davanti ad un buon bicchiere senza solfiti, a parlar di vita e di vino...
Carla, Simone ed Alessio sono un bel trio affiatato e con tanta voglia di cucinare il buono, per nutrire e non solo per incantare l'occhio e i sensi.
Non aspettatevi eccessivi virtuosismi fini a se stessi! Il loro menù dichiara un forte legame alla tradizione del territorio, ma altrettanto brio e voglia di nuove contaminazioni, perchè anche gli ingredienti un po' diversi e meno noti possono riservare emozioni positive, oltre ad essere sane alternative.
Con annesso negozio di prodotti biologici e naturali, propongono una cucina biologica vegetariana, vegana ma anche con numerose eccezioni di pesce. Insomma una goduria per una famiglia di macrobiotici, ma non solo, visto che il ristorante è frequentato da gente davvero di tutti i tipi!
Trionfo di tofu fresco con porro e miele, scaloppe di seitan, quinoa alle verdure e hiziki, crema di borlotti e spadone... ma anche cous cous di farro con pesce e verdure, baccalà mantecato e triglie gratinate con carciofi, radicchio rosso al mosto cotto e arance, sardine gratinate con verze e radicchio di treviso... solo per citarne alcuni (con esplicita segnalazioni nel caso d'uso di solanacee, uova o formaggio). Inoltre pane, pasta e dolci sono fatti in casa, alcuni realizzati anche senza latte, uova, burro e zucchero, ma con malto, miele, succo d'agave o d'acero.
Teneteli d'occhio! Con la primavera (fine aprile 2010) si trasferiranno da qui:
La Vera Terra
Via Girolamo da Treviso, 5 Treviso
PS: attenzione, evitate accuratamente di finire anche solo per errore nell'osteria venti metri più avanti! Quest'estate quando Carla era in ferie ci siamo caduti in trappola, purtroppo...
Abbiamo dovuto chiamare i carabinieri per come siamo stati trattati... non aggiungo altro!
a qui:
Basilico 13, (ex osteria al Canevon)
piazza San Vito 13, proprio dietro Palazzo dei Trecento
tel. 0422.549789
Sono andata 2-3 volte nella nuova sede. Mi spiace dirlo ma secondo me qualcosa è andato perduto e il locale e la cucina non hanno mantenuto la piacevolezza di un tempo.
Che peccato!
Quando sono a Treviso, (come è accaduto sabato scorso che stavo allestendo la microesposizione di due post fa) e voglio farmi coccolare in un ambiente caldo e familiare, vado da Carla.
Ho bellissimi ricordi legati a questo posto: tête-à-tête romantici e rilassanti, le prime uscite a tre fuori porta con Giacomo che, dopo lo svezzamento, mangiava pasta integrale con le mani, chiacchierate emozionanti dopo cena con Carla, davanti ad un buon bicchiere senza solfiti, a parlar di vita e di vino...
Carla, Simone ed Alessio sono un bel trio affiatato e con tanta voglia di cucinare il buono, per nutrire e non solo per incantare l'occhio e i sensi.
Non aspettatevi eccessivi virtuosismi fini a se stessi! Il loro menù dichiara un forte legame alla tradizione del territorio, ma altrettanto brio e voglia di nuove contaminazioni, perchè anche gli ingredienti un po' diversi e meno noti possono riservare emozioni positive, oltre ad essere sane alternative.
Con annesso negozio di prodotti biologici e naturali, propongono una cucina biologica vegetariana, vegana ma anche con numerose eccezioni di pesce. Insomma una goduria per una famiglia di macrobiotici, ma non solo, visto che il ristorante è frequentato da gente davvero di tutti i tipi!
Trionfo di tofu fresco con porro e miele, scaloppe di seitan, quinoa alle verdure e hiziki, crema di borlotti e spadone... ma anche cous cous di farro con pesce e verdure, baccalà mantecato e triglie gratinate con carciofi, radicchio rosso al mosto cotto e arance, sardine gratinate con verze e radicchio di treviso... solo per citarne alcuni (con esplicita segnalazioni nel caso d'uso di solanacee, uova o formaggio). Inoltre pane, pasta e dolci sono fatti in casa, alcuni realizzati anche senza latte, uova, burro e zucchero, ma con malto, miele, succo d'agave o d'acero.
Teneteli d'occhio! Con la primavera (fine aprile 2010) si trasferiranno da qui:
La Vera Terra
Via Girolamo da Treviso, 5 Treviso
PS: attenzione, evitate accuratamente di finire anche solo per errore nell'osteria venti metri più avanti! Quest'estate quando Carla era in ferie ci siamo caduti in trappola, purtroppo...
Abbiamo dovuto chiamare i carabinieri per come siamo stati trattati... non aggiungo altro!
a qui:
Basilico 13, (ex osteria al Canevon)
piazza San Vito 13, proprio dietro Palazzo dei Trecento
tel. 0422.549789
Sono andata 2-3 volte nella nuova sede. Mi spiace dirlo ma secondo me qualcosa è andato perduto e il locale e la cucina non hanno mantenuto la piacevolezza di un tempo.
Che peccato!
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giovedì 3 dicembre 2009
Pasta al forno con zucca, cavolfiore e Genmaicha
Zucca e cavolfiore in questi giorni abbondano nella nostra cucina tanto che oggi ho cotto entrambi contemporaneamente (l'una al forno e l'altro al vapore).
Ho riflettuto su come legarli in un piatto insieme ed è nata questa teglia. Ho usato gli ziti, ma ovviamente anche le lasagne sarebbero indicatissime.
Il Genmaicha è questo tè verde, con i chicchi di riso tostato. (Io lo amo molto anche servito a pasto).
L'intento qui però è di apportare una nota erbosa e croccantina al palato per animare il dolce della pasta e della verdura.
*Se gradite il sapore del Genmaicha provate anche l'olio aromatizzato
(la ricetta qui , da Acilia)
PS: grazie al commento di Cristina LaGolosastra sono venuta a conoscenza di questa simpatica raccolta di ricette intorno al tè di Susina: dateci un'occhiata cliccando qui
Ho riflettuto su come legarli in un piatto insieme ed è nata questa teglia. Ho usato gli ziti, ma ovviamente anche le lasagne sarebbero indicatissime.
Il Genmaicha è questo tè verde, con i chicchi di riso tostato. (Io lo amo molto anche servito a pasto).
L'intento qui però è di apportare una nota erbosa e croccantina al palato per animare il dolce della pasta e della verdura.
500 gr di pasta (ziti, ma anche lasagne, penne o maccheroni)
mezza zucca (tagliata a fette, cotta in forno per 30 min su carta da forno)
un cavolfiore, foglie comprese, lessato al dente a vapore
800 gr latte di soia
80 gr di farina di riso
3 cucchiai d'olio di mais bio
sale e pepe q.b.
2/3 cucchiai di tè Genmaicha (玄米茶, "brown rice tea") *
un pugno di nocciole tostate (pure le arachidi, in alternativa, dovrebbero starci bene)
Lessare molto al dente la pasta in acqua salata. Scolare e raffreddare sotto l'acqua corrente.
Fare una besciamella con il latte di soia, l'olio e la farina di riso e salare q.b.
In una pirofila unta, su un primo strato sottile di besciamella, adagiare le fette di zucca mescolate alle cimette di cavolfiore, qualche nocciola tritata grossolanamente, pepe e quindi metà della pasta. Coprire con un po' di besciamella e spolverare con il tè.
Continuare fino ad esaurimento degli ingredienti, terminando con la besciamella e il tè.
Passare in forno caldo a gratinare (con l'aggiunta di una spolverata di pangrattato, lievito o farina di mais per la crostina).
mezza zucca (tagliata a fette, cotta in forno per 30 min su carta da forno)
un cavolfiore, foglie comprese, lessato al dente a vapore
800 gr latte di soia
80 gr di farina di riso
3 cucchiai d'olio di mais bio
sale e pepe q.b.
2/3 cucchiai di tè Genmaicha (玄米茶, "brown rice tea") *
un pugno di nocciole tostate (pure le arachidi, in alternativa, dovrebbero starci bene)
Lessare molto al dente la pasta in acqua salata. Scolare e raffreddare sotto l'acqua corrente.
Fare una besciamella con il latte di soia, l'olio e la farina di riso e salare q.b.
In una pirofila unta, su un primo strato sottile di besciamella, adagiare le fette di zucca mescolate alle cimette di cavolfiore, qualche nocciola tritata grossolanamente, pepe e quindi metà della pasta. Coprire con un po' di besciamella e spolverare con il tè.
Continuare fino ad esaurimento degli ingredienti, terminando con la besciamella e il tè.
Passare in forno caldo a gratinare (con l'aggiunta di una spolverata di pangrattato, lievito o farina di mais per la crostina).
*Se gradite il sapore del Genmaicha provate anche l'olio aromatizzato
(la ricetta qui , da Acilia)
PS: grazie al commento di Cristina LaGolosastra sono venuta a conoscenza di questa simpatica raccolta di ricette intorno al tè di Susina: dateci un'occhiata cliccando qui
mercoledì 2 dicembre 2009
Biscotti & ciàcole
Barbara seduta (con Patricia), Elisabetta sognante, Patricia alla bilancia
e Carola tra mattarello e macchina fotografica
e Carola tra mattarello e macchina fotografica
Ora lo posso anche ammettere: mi sono dovuta un po' violentare per vincere la mia "orsitudine"... ma la curiosità alla fine ha avuto la meglio!
Ho ricevuto un invito inaspettato da quattro donzelle che non conoscevo, se non in rete: Babuska, Panemiele, Aromadicasa e la Casettadellepesche.
Mi hanno parlato appunto di una certa casetta delle pesche, di chiacchiere, biscotti e bellini e io ... ho ceduto! Sarà che a parlar di casetta e di biscotti mi è venuta in mente quella di Hänsel&Gretel, ma non ho saputo resistere!
Lo scopo era un biscottamento prenatalizio.
Ho preparato un disegnino per loro.
Le avevo messe in guardia inoltre circa le mie macrobiotiche inclinazioni, percui non mi sembrava saggio che cercassero in me suggerimenti per delizie e golosità natalizie. Mi avrebbero trovata insopportabile da subito... ma mica si sono scoraggiate, eh!
Anzi, hanno organizzato un pranzetto (vegetariano, a cui con accortezza per me hanno anche eliminato il gorgonzola - grazie! -) e poi mi hanno selezionato un paio di ricettine macrobiotiche per mettermi ad infornare...
Così, avvolte da una luce di una bellissima giornata di sole e i peschi di guardia oltre le finestre, in una moderna cucina attrezzatissima ci siamo impastate ed amalgamate proprio come gli ingredienti che avevamo tra le mani e, tra un caffè, un prosecco, un frollino e un croccante, si è fatta sera.
E' stata una giornata ricca di emozioni, sorprese e "ciàcole" tutte in rosa, come da tanto non mi accadeva!
Altra stagione, altro piacevole incontro nella casetta potete gustarlo qui
Grazie di cuore a tutte voi, Carola, Barbara, Elisabetta e Patricia. ;-)
martedì 1 dicembre 2009
Infusioni preziose a profusione
Conosco Francesca oramai da anni, incontrata per caso in un certo negozietto, in una delle mie tante passeggiate per il centro di Treviso.
La stanza del tè
Via S.Margherita 26/b Treviso
tel.346.0464252
sito web qui
In più occasioni, insieme, se ne era parlato, ma evidentemente finora i tempi non erano giusti. Questa volta lei invece qualche mese fa mi ha ribadito esplicitamente il suo desiderio.
Il luogo in questione è la sua bottega: La stanza del Tè.
Non è la prima volta che faccio riferimento qui, nel blog, alla mia passione per il tè (vedi qui e qui), ma in questo caso, visto che questo luogo mi è particolarmente familiare anche perchè debbo a lei, oramai parecchio tempo fa, i miei primi assaggi, ad esempio, di Lapsang Souchong o di Yin Zhen Silver Needle, mi piacerebbe essere in grado di trasmettervene i profumi e regalarvi la delizia di certe forme dell'oggettistica a cui le mie poche foto bruttine non rendono, ahimè, sufficiente merito...
La fragranza è indefinibile, perché è un misto di aromi di erba, frutti, fiori, caffè, cioccolato, spezie... E' una fusione molto piacevole, irriproducibile, perché cambia ogni giorno, ogni volta che apre un vaso di latta per farlo annusare al cliente.
Ad ogni mia visita mi lascio stordire da quell'aulenza seducente e penso ingenuamente che vorrei portarmela tutt'intera a casa, se solo fosse un aroma o un incenso per la casa!
Come dice Francesca: "Un tè non si compra e basta... si sceglie o si incontra per caso... dipende dall'umore del giorno, dal tempo che fa, da un profumo che colpisce più di altri e certo anche tanto dai consigli di chi lo propone. Per questo non bisogna avere fretta, ma guardare, annusare e ascoltare."
E' per questo che ho colto subito il suo invito: i miei lavori (illustrazioni&bijoux) avrebbero provato sicuramente piacere nel respirare quel profumo e nel soggiornare lì un poco, tra quelle foglie e quelle teiere Yixing.
(fino a martedì 28 dicembre)
Il luogo in questione è la sua bottega: La stanza del Tè.
Non è la prima volta che faccio riferimento qui, nel blog, alla mia passione per il tè (vedi qui e qui), ma in questo caso, visto che questo luogo mi è particolarmente familiare anche perchè debbo a lei, oramai parecchio tempo fa, i miei primi assaggi, ad esempio, di Lapsang Souchong o di Yin Zhen Silver Needle, mi piacerebbe essere in grado di trasmettervene i profumi e regalarvi la delizia di certe forme dell'oggettistica a cui le mie poche foto bruttine non rendono, ahimè, sufficiente merito...
La fragranza è indefinibile, perché è un misto di aromi di erba, frutti, fiori, caffè, cioccolato, spezie... E' una fusione molto piacevole, irriproducibile, perché cambia ogni giorno, ogni volta che apre un vaso di latta per farlo annusare al cliente.
Ad ogni mia visita mi lascio stordire da quell'aulenza seducente e penso ingenuamente che vorrei portarmela tutt'intera a casa, se solo fosse un aroma o un incenso per la casa!
Come dice Francesca: "Un tè non si compra e basta... si sceglie o si incontra per caso... dipende dall'umore del giorno, dal tempo che fa, da un profumo che colpisce più di altri e certo anche tanto dai consigli di chi lo propone. Per questo non bisogna avere fretta, ma guardare, annusare e ascoltare."
E' per questo che ho colto subito il suo invito: i miei lavori (illustrazioni&bijoux) avrebbero provato sicuramente piacere nel respirare quel profumo e nel soggiornare lì un poco, tra quelle foglie e quelle teiere Yixing.
(fino a martedì 28 dicembre)
La stanza del tè
Via S.Margherita 26/b Treviso
tel.346.0464252
sito web qui
“Quando bevi il tè, stai bevendo nuvole”
(Thich Nhat Hanh)
(Thich Nhat Hanh)
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giovedì 26 novembre 2009
mercoledì 25 novembre 2009
Esercizi & pasticci
China nera e bianca, inchiostri colorati (profumati)
e un Moleskine nuovo di zecca.
Oggi esercizi di calligrafia, per piccoli e grandi.
Da autodidatta, naturalmente...
e un Moleskine nuovo di zecca.
Oggi esercizi di calligrafia, per piccoli e grandi.
Da autodidatta, naturalmente...
...ma mentre armeggio con boccette e pennini, sento già che la mano sta per sfuggire...
eppure insisto, per vanitosa cocciutaggine... et voilà, tutto si fa verde!
Sarà pure inchiostro profumato, ma beata biro!
La sua...
La sua...
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lunedì 23 novembre 2009
venerdì 20 novembre 2009
mercoledì 18 novembre 2009
Recicliamo ed impacchettiamo
Oggi facciamo un altro lavoretto divertente.
Avete presente tutte quelle scatoline di cosmetici, farmaci o prodotti alimentari che riempiono il vostro cestino della carta?
E' carta da reclicare, sì o no? E allora recicliamola!
1. Io ho scelto formati piccoli ma nulla impedisce di fare scatole più grandi anche in previsione dei regali di natale.
2. Ho usato del gesso bianco (il mio è Maimeri coprente opaco) per dare una prima mano coprente che mi permetterà di usare meno colore per coprire le scritte e darà anche una texture interessante alla carta (si possono usare anche medium specifici per effetti particolari).
3. Una volta perfettamente asciutto, ho dipinto con acrilico bianco (ma potete ovviamente scegliere il colore che preferite)
4. 5. Su un pezzetto di cartoncino qualsiasi ho ritagliato qualche sagoma a piacere e l'ho usata con la tecnica dello stencil per iniziare a decorare le scatole.
Un piatto di plastica usa-e-getta fungerà perfettamente da tavolozza per mescolare le diverse tinte.
6. 7. Successivamente ho continuato a dipingere con pennelli e colori a piacere.
8. Ho confezionato con un po' di rafia e qualche perlina.
Avete presente tutte quelle scatoline di cosmetici, farmaci o prodotti alimentari che riempiono il vostro cestino della carta?
E' carta da reclicare, sì o no? E allora recicliamola!
1. Io ho scelto formati piccoli ma nulla impedisce di fare scatole più grandi anche in previsione dei regali di natale.
2. Ho usato del gesso bianco (il mio è Maimeri coprente opaco) per dare una prima mano coprente che mi permetterà di usare meno colore per coprire le scritte e darà anche una texture interessante alla carta (si possono usare anche medium specifici per effetti particolari).
3. Una volta perfettamente asciutto, ho dipinto con acrilico bianco (ma potete ovviamente scegliere il colore che preferite)
4. 5. Su un pezzetto di cartoncino qualsiasi ho ritagliato qualche sagoma a piacere e l'ho usata con la tecnica dello stencil per iniziare a decorare le scatole.
Un piatto di plastica usa-e-getta fungerà perfettamente da tavolozza per mescolare le diverse tinte.
6. 7. Successivamente ho continuato a dipingere con pennelli e colori a piacere.
8. Ho confezionato con un po' di rafia e qualche perlina.
lunedì 16 novembre 2009
Tocco viola
Dopo "vedo rosso", ora "tocco viola"...
sì, stamane mi sento un Mida cromoforo! ;-)
Tutto si spiega perchè, dopo strapazzi a tavola nel weekend, solitamente mi ripropongo un giorno o due di riso integrale e verdurine, con pochissimi condimenti.
Detta così mette già tristezza, lo so, ma non è così! Il trucco, divertente per di più, sta nell'inventarsi ogni volta una salsina nuova, colorata e saporita che spesso poi diviene fonte di ispirazione per ricette successive...
E' velocissima da farsi e ottima per condire cereali o verdure o quel che si vuole.
(ok, state già pensando che sta bene sulla carne, vero? ... lo sapevo, ;-) incorreggibili!)
una cipolla rossa di tropea lessata al vapore
un cucchiaino di miso
due gocce di tabasco (o un pizzico di peperoncino)
mezzo cucchiaino di pasta di tamarindo
1-2 acciughe sott'olio
un cucchiaio di salsa worchester
una macinata di pepe
qualche cucchiaio d'acqua di cottura della cipolla
Mixare tutto insieme. Io non ho neppure aggiunto olio in più, oltre al poco delle acciughe, ma se si gradisce...
sì, stamane mi sento un Mida cromoforo! ;-)
Tutto si spiega perchè, dopo strapazzi a tavola nel weekend, solitamente mi ripropongo un giorno o due di riso integrale e verdurine, con pochissimi condimenti.
Detta così mette già tristezza, lo so, ma non è così! Il trucco, divertente per di più, sta nell'inventarsi ogni volta una salsina nuova, colorata e saporita che spesso poi diviene fonte di ispirazione per ricette successive...
E' velocissima da farsi e ottima per condire cereali o verdure o quel che si vuole.
(ok, state già pensando che sta bene sulla carne, vero? ... lo sapevo, ;-) incorreggibili!)
una cipolla rossa di tropea lessata al vapore
un cucchiaino di miso
due gocce di tabasco (o un pizzico di peperoncino)
mezzo cucchiaino di pasta di tamarindo
1-2 acciughe sott'olio
un cucchiaio di salsa worchester
una macinata di pepe
qualche cucchiaio d'acqua di cottura della cipolla
Mixare tutto insieme. Io non ho neppure aggiunto olio in più, oltre al poco delle acciughe, ma se si gradisce...
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