venerdì 30 settembre 2011

Imbastiture e enjambements (muffins vegan con orzo, mandorle e nocciole)


La mamma di cappuccetto rosso prepara il cestino e accende il forno.
Trita, impasta velocemente e poi scappa da tutto e tutti, chiudendosi alle spalle la porta della cucina.
Quindi per mezz'ora si stende a leggere, con le gambe all'aria, al tepore regalatole da questo autunno generoso...


"... ed uscirono sane e salve sia Cappuccetto Rosso sia la nonna..."

"Non recidere, forbice, quel volto,
solo nella memoria che si sfolla,
non far del grande suo viso in ascolto
la mia nebbia di sempre."

Sono giorni in cui memoria, poesia e cucito si intrecciano magicamente tra mani, racconti e pensieri.
Cose apparentemente distantissime e nebulose appaiono chiare e di dipanano proprio come punti tessili che campeggiano prima insulsi sul tessuto, ma poi rivelano la loro ragion più ampia d'essere.
Esattamente parimenti al poeta che pone, all’interno del componimento, usando l’imbastitura, punti in cui è possibile penetrare il significato dell'intera poesia.
Questa è una storia in rosa, lunga una vita, anzi più vite, a dir la verità, che a pochi interesserebbe, però a me va di dire grazie qui, con un disegno e un dolcetto a ben due Silvie , in carne ed ossa, che ho incontrato in una serata speciale qualche giorno fa.
Non è un caso dunque che a questo nome ancora una volta si associ il verbo "rimembrare", nell'accezione di "dare al corpo qualcosa che il corpo non ha più".
Per il poeta è la figura retorica dell’enjambement sintattico ad offrire una porta che limita il verso precedente, perché lo chiude, ma allo stesso tempo apre a quello che viene al verso successivo. Implica una speranza, un’aspettativa non solo immaginata, ma anche percepita acusticamente e visivamente. Interamente fisica.
Forse come accade per il sarto con l'imbastitura?

..."ed alla man veloce

che percorrea la faticosa tela"...

Anzi, a pensarci bene, forse non è neppure un caso che quel signore che mi sovviene alla mente in queste associazioni d'idee mattutine (che ai più appariranno comprensibilmente solo deliranti) si chiamasse Giacomo.
E non è un caso neppure che, scavando molto a ritroso nella mia famiglia, abbia scoperto che ci son stati ben 4 sarti.
Come è bello quando alcuni cerchi si chiudono...
«Il segno quindi è qualche cosa che rende presente alla capacità dell’uomo di conoscere qualche cosa di altro da sé.» E' quindi qualcosa che comincia a farci capire un significato profondissimo, che non sapremmo altrimenti circoscrivere, né tanto meno spiegare fino in fondo.
Ecco perchè di-segno. Segno-di.
Ecco perchè sento sempre più impellente il desiderio di riprendere in mano ago e filo...



250 gr di farina integrale
50 gr di mandorle pelate
una manciata di nocciole tostate
3 cucchiaio di orzo solubile (sì, quello che si stempera solitamente in latte o acqua)
1 cucchiaio di cacao amaro
una bustina di cremortartaro
1 cucchiaino di bicarbonato
200 gr di soyatoo (panna vegetale)
85 gr di olio di mais
140 gr di fruttosio
un pizzico di sale

Tritare finemente le mandorle con la farina (per evitare che l'olio delle stesse si surriscaldi troppo con le lame). Aggiungere le nocciole tritate grossolanamente a coltello. Unire cremortartaro, bicarbonato e sale e mettere da parte.
Sciogliere nell'olio il fruttosio, l'orzo solubile e il cacao. Unire la panna di soya e mescolare bene.
Profumare eventualmente con arancia o altro, a piacere.
Mescolare i due composti, asciutto e liquido.
In forno a 180°C per 25 min

Servito, se si vuole esagerare, con gelato al pistacchio.




P.S.: a proposito di rosa, realizzo ora che, nel mese di ottobre, l’Italia e il resto del Mondo si tingeranno nuovamente di rosa, colore simbolo della lotta contro il tumore al seno.
Durante il mese i 395 Punti Prevenzione (ambulatori) LILT, la maggior parte dei quali all’interno delle 106 Sezioni Provinciali della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, saranno a disposizione per visite senologiche e controlli clinici strumentali.


Per conoscere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio LILT a te più vicino, in cui effettuare anche esami di diagnosi precoce e controlli, vedi QUI.


6 commenti:

  1. mmm... proverò i muffins

    in memoria del mio nonno sarto e delle sue canzoni antiche che ancora sento e di tanto in tanto canticchio...
    in memoria della mia mamma che cuciva come suo padre, ma che non è riuscita a trasmettermi quel dono...
    in memoria delle tue parole che sono sì deliranti, ma poi non più di tanto...

    :-)

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  2. E' uno dei post più belli tu abbia mai scritto(se posso permettermi).Un post che ha riportato alla memoria ricordi ed il mio amore per la letteratura(adoravo cercare le figure retoriche!).Un post di ricordi e di cerchi che si chiudono alla perfezione.
    Grazie Roberta.un abbraccio e complimenti per ricetta e quadro :)

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  3. ecco Cris, allora aggiungiamo anche questa, a tutto il resto... ;-)
    spero di poterti abbracciare presto.

    Saretta: mi fa piacere. grazie! è bello quando cose dette che sembrano avere un senso solo per noi stessi inaspettatamente ne incontrano uno anche altrui...

    Mirco: almeno il pensiero... ;-)

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  4. è un post stupendo, mi ha fatto bene leggerti, roberta cara grazie

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  5. grazie a te, Laurapapaverina, di aver seguito il filo rosso...

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